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Dalla Baviera a Senigallia per un ‘soggiorno linguistico’: i gemellaggi che fanno bene

Ci sono stati anni in cui i gemellaggi tra comuni italiani ed altrettante città europee riscuotevano più interesse. Tra le istituzioni, ma non solo. L’Europa sembra essere meno ‘esotica’ di un tempo, con un volo a basso prezzo si va quasi ovunque e viene da pensare, un po’ in malafede, che non ci sia più bisogno di un gemellaggio per varcare i confini, vista la molteplicità di occasioni a misura di piccoli e grandi per fare un salto altrove. C’è chi, per fortuna, va controcorrente e proprio grazie ai gemellaggi continua ad impegnarsi per far nascere iniziative vivaci e fantasiose, occasioni per toccare con mano l’immutata capacità di questi legami di trasformare in qualcosa di speciale e maggiormente condiviso quanto diversamente si vivrebbe in una dimensione più ristretta.

Höhenkirchen-Siegertsbrunn è un comune alle porte di Monaco di Baviera ed è gemellato con Montemarciano. Lorella Pigliapoco, fino allo scorso anno in forza al personale di questo comune, ha sempre creduto tanto in progetti fatti così ed è stata motore vivace di questo legame e degli altri del comune marchigiano a Sinj (Croazia, il cui rapporto risale al 1998), Quincy Sous-Sénart (Francia, il più datato, nato nel 1987) e Saue (Estonia, la relazione più giovane è del 2013). Nei giorni 20 – 22 ottobre prossimi ci sarà un appuntamento a Montemarciano per festeggiare insieme questi traguardi ed il programma si preannuncia vivace.

Torniamo in Baviera. O meglio, incontriamo un po’ di Baviera nella stupenda balconata dell’Hotel Bel Sit di Scapezzano di Senigallia che per una settimana, fino alla fine dello scorso settembre, ha accolto una quindicina di tedeschi, accompagnati dalla signora Gitta Eckl – Reinisch (nella fotografia sopra) interprete, traduttrice, brillante organizzatrice di scambi e percorsi formativi. Lorella è contenta di farcela conoscere per farci vedere da vicino l’originale progetto del “soggiorno linguistico”. Attorno a dei tavolini sistemati nella terrazza, uomini e donne con penna in mano, libri e quaderni aperti, sono più concentrati che mai, impegnati a parlarsi in una lingua che pian piano diventa sempre più familiare, una vera e propria passione da custodire e approfondire.

Frau Gitta, in cosa consiste il ‘soggiorno linguistico’?
Da quattro anni veniamo a Senigallia con un gruppo di studenti di diverse età che studiano la lingua italiana a Monaco di Baviera: con il soggiorno linguistico hanno la possibilità di praticare l’italiano sul posto, di crescere nella comprensione e nella conversazione.
Perché tornare ancora una volta qui?
A loro piace tantissimo stare in Italia e soprattutto nelle Marche. Amano tanto il paesaggio, questa combinazione di mare, colline, monti. Tanta natura, città piene d’arte, turismo balneare. Un mix in cui si sentono a loro agio, una dimensione su misura in cui trovano tutto in modo più concentrato. In Italia ci sono tante belle città, penso ad esempio Roma, ma sono troppo dispersive per esperienze di questo tipo.
Quanto aiuta a creare legami e scambi significativi una settimana così?
Dal 2013 organizzo con Lorella questi soggiorni, nascono amicizie che durano nel tempo, crescono rapporti che vengono mantenuti anche con i mezzi digitali attraverso i quali è molto più facile rimanere in contatto, anche privatamente. Si torna perché qui si sta bene, molti dei miei amici marchigiani mi dicono ‘ma voi bavaresi siete così aperti, siete quasi italiani!’. Quando ci siamo incontrati per la prima volta in Baviera in occasione del gemellaggio, gli ospiti italiani rimanevano stupiti della spontaneità, avevano quasi timore di entrare nelle case tedesche, ci pensavano più chiusi. E invece…
Qual è il carattere dei bavaresi?
Siamo più aperti e curiosi rispetto ai connazionali di altri land tedeschi; in un primo momento osserviamo e rimaniamo riservati, poi quando conosciamo più in profondità le persone si crea confidenza, apriamo per davvero i nostri cuori.
Quanto può essere importante questo piccolo esperimento di scambio per farci sentire più vicini, abitanti della comune casa europea?
E’ un piccolo passo, ma i grandi progetti partono sempre da piccole cose e tutto contribuisce a creare nel tempo qualcosa di più ampio e coinvolgente. I gemellaggi sono come i rapporti privati, ne avevo parlato anche in un articolo che ho scritto di recente: all’inizio tutto è bello, si parte con entusiasmo, idee. Col tempo, però, è ancora più necessario e significativo mantenere e curare le relazioni, dare fedeltà al legame, proporre percorsi con creatività e impegno, aprirsi ai giovani, alle associazioni, allo sport, alla musica, ecc. I gemellaggi non riguardano solo le istituzioni, ma anche tante altre dimensioni della realtà delle nostre rispettive comunità; è bello, inoltre, se poi queste possono aprirsi ulteriormente per integrare altri popoli, altre esperienze, altri volti.
Cosa è rimasto di questa settimana senigalliese?
Tanto benessere, la soddisfazione di praticare la lingua italiana e poi la possibilità di conoscere luoghi che i turisti ‘normali’ riescono difficilmente a visitare (ad esempio, in questa edizione, il Palazzo Ducale di Pesaro). I partecipanti sono molto soddisfatti, vogliono ritornare e sono molto motivati a continuare.

a cura di Laura Mandolini

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