Alla base della violenza c’è anzitutto l’idea sbagliata di ‘potere’
In Italia, dall’inizio dell’anno, sono 92 le donne vittime di femminicidio, nella maggior parte dei casi per mano del partner, ex o attuale, o di persone vicine al nucleo familiare. Se ne è parlato in occasione della presentazione del volume “Violenza sulle donne. Antichi pregiudizi e moderni mutamenti di identità, ruoli e asimmetrie di potere”, a cura di Maria Rosa Ardizzone, Giuseppe Chinnici e Maria Francesca Francesconi (Studium). Ne abbiamo parlato con la senatrice Valeria Valente, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio.
Le cronache non cessano di registrare femminicidi. È un fenomeno che si può ancora arginare o è destinato a rimanere un fiume in piena? Dagli ultimi casi saliti alle cronache emerge un elemento grave. A evitare il femminicidio non basta la denuncia che le donne fanno con coraggio e spesso non bastano neppure le misure adottate, come l’allontanamento, e in alcuni casi non è sufficiente neanche la condanna per stalking.
Queste circostanze devono farci riflettere perché l’Italia ormai possiede un quadro normativo robusto, di cui fanno parte anche misure di prevenzione solide. C’è allora un ‘vulnus’ che non possiamo nasconderci…
Leggi l’intervista completa sull’edizione de La Voce Misena del 18 novembre, disponibile a questo link.
Abbonati e sostieni l’editoria locale.