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Associazioni e cittadini di Senigallia in piazza per chiedere il consiglio grande su ponte Garibaldi

Senigallia: striscioni in piazza Roma per chiedere un consiglio grande sul futuro di ponte Garibaldi

Un altro ponte è possibile”, “Sindaco vogliamo parlarne?”, “9.000 firme lo chiedono”. Sono gli slogan e gli striscioni che, come in una coreografia, hanno animato piazza Roma e cercato di dare uno scossone al dibattito pubblico sul futuro ponte Garibaldi e sulla questione trasparenza e dialogo. Tutto questo mentre ai piani superiori, nel municipio senigalliese, andava in scena nel pomeriggio di oggi, 9 gennaio, il consiglio comunale che deve decidere se verrà fatto o meno un consiglio grande. Seduta ancora non conclusa mentre scriviamo.

Il consiglio grande è uno strumento partecipativo che consente alla cittadinanza di far sentire la propria voce su alcuni temi considerati particolarmente importanti. Con il non secondario problema che, sia per questioni di tempo che di praticità, non si può dare voce a chiunque. La penultima modifica allo statuto comunale prevede che possano parlare, oltre ai consiglieri e ai membri eletti, solo le associazioni di categoria e portatrici di interessi per quel particolare tema. Sentire ogni singolo cittadino sarebbe certamente democratico ma complicato, ammettendo una partecipazione ampia, cosa che negli anni è andata scemando, vuoi anche per il sempre minore utilizzo di certi strumenti.

Così la cittadinanza è scesa in piazza per far sentire la propria voce. A mettere in campo l’iniziativa sono state alcune associazioni di tutela del patrimonio storico, artistico e ambientale di Senigallia: Italia Nostra, Gruppo Società Ambiente, Confluenze, Archeoclub d’Italia e Amici della foce del fiume Cesano. Che già sono intervenute più volte sul tema.
Assieme a cittadine e cittadini hanno chiamato in causa sindaco e maggioranza per poter discutere di una ricostruzione – quella appunto di ponte Garibaldi – il cui progetto presentato sta per ora creando diversi grattacapi all’amministrazione senigalliese ma, per estensione, anche al centrodestra regionale che ha la possibilità di decidere.

L’appello mosso dalla cosiddetta società civile è «che non si perseveri con un progetto che rappresenta uno sfregio al paesaggio urbano storico della città rappresentato dalla veduta della settecentesca fuga di colonne dei Portici Ercolani, immagine iconica identitaria di Senigallia. Ribadiamo che sul progetto del nuovo Ponte Garibaldi, di fronte cioè a problematiche che toccano l’immagine e la storia della città, e che richiedono un ampio confronto di idee e un approccio multidisciplinare, è estremamente opportuno e necessario, oltre che politicamente corretto, aprire un confronto pubblico: sentendo opinioni, valutando esperienze e coinvolgendo professionalità». Da qui la promessa di dare ancora vita a questa battaglia, sapendo – sostengono – «che la maggioranza dei cittadini senigalliesi la pensano come noi».

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