Da Arcevia a Roma per il Giubileo della Speranza: le voci di chi ha vissuto una giornata speciale
ARCEVIA – Varcare la Porta Santa in Vaticano continua ad essere un’esperienza tra le più sentite per i credenti che vogliono vivere intensamente questo tempo straordinario della Chiesa universale. Ad Arcevia il nuovo parroco don Mario Camborata ha proposto ai suoi parrocchiani una duegiorni romana e molti di questi hanno accolto l’invito nei giorni 4 e 5 gennaio scorsi.
Ecco alcune testimonianze da questa due giorni giubilare.
“Grazie don Mario per averci dato la possibilità di partecipare a questo pellegrinaggio giubilare: è stata un’ esperienza davvero unica (per me è stata anche l’ultima perchè tra 25 anni non ci sarò più) . L’ho vissuta pienamente con serenità e pace interiore accantonando ogni preoccupazione. Il percorso è stato ben pianificato e ben organizzato. Tutti avevamo il foglio delle preghiere in mano: è stato bellissimo pregare insieme a mio marito, agli amici, al gruppo… Le emozioni sono state tante. Addirittura ricevere la benedizione del Papa in piazza San Pietro è stato un regalo immenso. Poi una tappa a Greccio, vicino Rieti, dove ho ritrovato la bellezza e la grandiosità della povertà, della semplicità, del vivere il Natale nel suo vero significato. Il Presepe vivente, originale e storico, ci ha testimoniato con chiarezza e bellezza scenografica, i fatti che portarono San Francesco a ricreare l’ambiente in cui nacque Gesù. La grotta della Natività è davvero e mozionante. L’accurata visita ai Presepi mi ha riempito gli occhi di ammirazione e il cuore di gioia”.
Giuseppina
“Siamo rimasti fortemente colpiti dalla visita a Greccio, la spiritualità di quel luogo, la messa celebrata insieme, la rappresentazione del presepe vivente, non scontata e commerciale ma storica come la prima volta voluta da san Francesco il 24 dicembre del 1223, fatta negli stessi luoghi e vissuta da noi , nello stesso periodo natalizio, ci ha coinvolto profondamente e fatto riflettere sul significato del presepe, delle difficoltà in cui Dio ha scelto di farsi carne per donare suo figlio in mezzo a noi, la potenza e l’amore di questo bambino indifeso e come san Francesco ne fosse rimasto estasiato!”.
Graziano e Meri
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