Skip to main content

Amore terapeutico

Radio Duomo ha raggiunto Liliana Sghettini autrice del libro “Il Cielo dalla mia finestra” raccontandoci il suo forte coinvolgimento narrativo e personale di una storia che ha molto da testimoniare.

Il piccolo comune di Barbara, ma anche a Senigallia e in tutta la Valmisa, hanno vissuto un grande dolore, tre anni fa, per la prematura scomparsa di Ilaria Arcangeli, architetto, mancata a 39 anni per un tumore che l’ha tormentata per oltre quindici anni. Per quegli strani casi della vita, la sua vicenda ha incrociato la penna e la sensibilità di Liliana Seghettini, commercialista di professione e scrittrice per passione (dedita soprattutto a libri per bambini), che ha dato vita al libro ‘Il cielo dalla mia finestra’, già presentato in alcune località marchigiane, in libreria dal 15 ottobre, per le edizioni ‘Il ciliegio’.

Radio Duomo Senigallia ha raggiunto l’autrice nella sua Pescara e ha colto il profondo coinvolgimento narrativo e personale di una storia che ha molto da dire e testimoniare. Un libro che nasce dalla sensibilità di uno dei protagonisti, per raccontare una storia di vita vera,intensa e di amore. Una storia di malattia, comunque ricca di gioia, forse un po’ strana. Perché è difficile credere che la malattia sia collegata alla gioia. I protagonisti hanno vissuto un percorso di dolore con gioia e con grande unione tra di loro.La relazione tra Ilaria e Manoloha caratteristiche particolari: sono giovani, innamorati e con tanti progetti da realizzare, ma la loro storia subisce una feroce battuta d’arresto quando Ilaria si ammala gravemente. I due non hanno nemmeno il tempo di capire cosa stia succedendo, sanno solo di dover trovare il coraggio per affrontare il futuro. E insieme intraprendono un cammino di vita che, pur tra mille sofferenze e difficoltà, li condurrà verso traguardi inaspettati.

Come mai hai scelto un linguaggio semplice per raccontare una storia così difficile?
In realtà io sono autrice per l’infanzia quindi sono abituata a parlare ai bambini, a raccontare storie e quando ho avuto l’opportunità di raccontare una storia corposa e impegnati – perché raccontare la malattia non è facile – rivolta invece che ad un pubblico adulto ho pensato che l’unico modo che potesse consentire alla storia di arrivare un po’ a tutti fosse quello di semplificare il linguaggio. Ho deciso di far parlare Ilaria stessa, una persona molto semplice, diretta. Ho sentito questo impulso, perché mi sembrava più utile raccontare senza fronzoli, senza particolari artifici di scrittura, in modo da far parlare i protagonisti. E pare che ci sia riuscita, stiamo avendo molto riscontro dai lettori. Ci viene detto tramite le recensioni e la pagina Facebook che la storia arriva per la sua semplicità.
Come si fa a vivere la sofferenza come una risorsa?
Questa frase l’ho attinta dalle emozioni che la storia di Ilaria e Manolo mi hanno regalato.Quando l’editore mi ha chiesto di scrivere una sinossi, il contenuto in breve della storia, ho pensato di farmi guidare dalle emozioni perché non era facile riuscire a sintetizzare un percorso di vita tanto intenso e per venire alla domanda, io me la sono posta tante volte ascoltando tutte le testimonianze delle persone che hanno affiancato Ilaria e Manolo nel loro percorso di vita e di malattia e hanno incontrato anche tanti malati, oltre i loro familiari: alla fine, la mia riflessione nasce proprio dall’ osservare che nelle situazioni più difficili – come può essere una grave malattia – possiamo scegliere. Anche se a volte crediamo che non sia così, la storia di Ilaria ci dice altro e ne è una prova, una testimonianza importantissima che merita di arrivare a persone che soffrono. Noi crediamo quando siamo malati di non avere scelta e invece abbiamo la possibilità di scegliere se affrontare nel quotidiano con gioia quello che ci sta capitando.Il bello della vicenda di Ilaria e Manolo è proprio questo: loro grazie alla malattia si sono trovati più vicini e hanno anche consolidato il loro percorso di fede che avevano già iniziato prima che arrivasse il tumore, che paradossalmente è stata un’opportunità per crescere, per diventare veramente una coppia unita. Ilaria ha affrontato questa malattia con gioia anche se ha avuto momenti in cui è crollata e ha sofferto. Ma poi si è rialzata ha creato intorno a sé una comunità di persone che l’hanno sostenuta e che hanno goduto anche del suo modo di vivere questo terribile momento della sua vita.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.