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Le alluvioni di Senigallia: la ricerca storica “Misa Amaro” è fruibile on line

Il fiume Misa a Senigallia, alto per le piogge e il maltempo
Il fiume Misa a Senigallia, alto per le piogge e il maltempo
Il fiume Misa a Senigallia, alto per le piogge e il maltempo

Si intitola “Misa amaro” l’ultima acquisizione della sezione Libri digitali della Biblioteca Comunale Antonelliana di Senigallia. Si tratta di un’importante ricerca storica sulle “Piogge intense, inondazioni e alluvioni storiche a Senigallia dal sec. XV al sec. XX” a cura di Giuseppe Santoni e Rossano Morici. Nei due volumi in cui è suddiviso il lavoro (Parte Prima dal sec. XV al sec. XIX; Parte Seconda sec. XX) sono raccolte le schede di ben 43 eventi documentati, di cui 15 alluvioni gravissime (1472, 1476, 1611, 1765, 1827, 1855, 1856, 1884, 1896, 1897 – con due alluvioni nello stesso mese- 1940, 1955 – con due alluvioni a distanza di un mese una dall’altra – 1976) e di un’altra decina di eventi in cui, per fortuna, le grandi perturbazioni meteorologiche non si sono trasformate in vere e proprie inondazioni. 

Le fiumane sono avvenute in tutte le stagioni e i mesi dell’anno, soprattutto durante l’autunno e durante il mese di luglio, in coincidenza con il mare grosso da levante, da ostro, da scirocco, da libeccio e da bora e talvolta hanno compromesso il sereno svolgimento della famosa Fiera franca della Maddalena. Nel leggere il libro si scopriranno alcuni dei motivi che rendono non solo la città, ma l’intero territorio comunale e quello dei Comuni confinanti zone a rischio idrogeologico. Gli autori concludono con un monito: il Misa, le cui acque scorrono così pigre e deboli che non riescono a trasportare a valle i detriti e interrano l’alveo, talvolta da piccolo torrente “sonnolento, per più mesi all’anno quasi completamente asciutto” può risvegliarsi all’improvviso e trasformarsi in un “torrentaccio” violento che causa gravi amarezze alla nostra città. 

Giuseppe Santoni e Rossano Morici lo considerano, sebbene amaro,  un regalo per i senigalliesi perché finora da molti si lamentava la mancanza di studi storici, dal momento che una seria ricerca in proposito non è stata mai finanziata. Pertanto il contributo dei due studiosi cerca di rispondere volontariamente e gratuitamente a questa esigenza e di venire incontro alla curiosità dei cittadini che vogliono sapere molte più cose di quante finora erano note sulle alluvioni storiche della città. 

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