Alluvione: non esiste più ponte Garibaldi
Solo un cumulo di macerie rimangono là dove sorgeva ponte Garibaldi. Dopo settimane di lavori di demolizione, “finalmente” è stato abbattuto uno dei simboli della disastrosa alluvione del settembre 2022. Il cantiere non è ancora chiuso, i lavori non sono ancora ultimati ma il grosso è stato fatto e dell’infrastruttura non rimane che il vuoto. Non esiste più.
L’abbattimento è durato alcune settimane: i lavori erano stati avviati a inizio ottobre con opere di alleggerimento come la rimozione dei parapetti e dell’asfalto, poi il cantiere è stato sospeso per i ritardi nello spostamento dei cavi della telefonia risolta solo a metà ottobre da parte di Tim. Le operazioni sono riprese a fine mese, pochi giorni dopo il sopralluogo della presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni e del ministro agli affari europei e Pnrr Raffaele Fitto.
Oggi, martedì 7 novembre, sono state date le ultime picconate all’infrastruttura che ha ceduto sotto i colpi del martello demolitore idraulico: scomparse le tre campate che hanno ostacolato oltre un anno fa il deflusso di tronchi e rami contribuendo a fare da tappo al fiume, poi ingrossatosi e fuoriuscito dagli argini. L’allagamento della zona del rione Porto, dello stadio e del Vivere verde è una conseguenza di quella combinazione di fattori.
Ecco perché il nuovo ponte sarà a campata unica. Via le due pile in alveo che caratterizzavano il vecchio ponte Garibaldi e spazio a una nuova infrastruttura che sarà molto alta: l’intradosso – il lato inferiore per farla semplice – sarà rialzato non solo rispetto al piano stradale, ma anche rispetto agli argini in muratura, così da ridurre al minimo il rischio di nuove esondazioni dopo le due che si sono verificate in appena 8 anni.
Per la ricostruzione però ci vorrà tempo: si era parlato del primo trimestre del 2024 ma in realtà già si vocifera della seconda metà del prossimo anno. La progettazione esecutiva ancora non è stata ultimata – i carotaggi sono stati fatti solo recentemente – e i nodi da sciogliere sono diversi: dovranno essere allestite delle rampe molto lunghe che potrebbero complicare di molto la viabilità nella zona.
Da qui l’appello dell’assessore ai lavori pubblici Nicola Regine a che il Comune non venga informato a cose fatte ma coinvolto fase per fase per evitare pesanti ripercussioni a livello urbanistico oppure storico e architettonico.