«Sull’alluvione tante promesse e pochi fatti»: Mastrovincenzo (Pd) bacchetta Acquaroli e Meloni
A 11 mesi dall’alluvione del 15 settembre 2022 arrivano anche dal consigliere regionale del PD Antonio Mastrovincenzo le critiche ai governi Meloni e Acquaroli sulle tante promesse fatte e sui pochi fatti realizzati. «Il 15 settembre è vicino e a quasi un anno dall’alluvione, purtroppo, è evidente lo stato di abbandono in cui versano i territori dell’entroterra anconetano e pesarese colpiti: legna negli alvei di fiumi e torrenti, decine di ponti chiusi, strade inagibili, frane su cui intervenire.
Secondo l’esponente dem, le «attività di ripristino vanno fortemente a rilento a causa della gestione totalmente sbagliata della giunta Acquaroli: manca un progetto coerente e la somma urgenza è erroneamente tradotta nel lavoro di qualche escavatore nel fiume, tanto che poi in alcuni casi si sono dovuti più volte eseguire interventi nello stesso tratto a seguito delle piene registrate a gennaio, marzo e maggio».
Ma anche il governo nazionale entra nel mirino di Mastrovincenzo: «Le risorse stanziate dal governo per la copertura dei danni, 400 milioni in tre anni a fronte di una stima che va oltre il miliardo, sono davvero poca cosa. E, per ora, solo 96 milioni sono arrivati nelle Marche, parte dei quali ancora inutilizzata. Questa è la sensibilità del governo Meloni verso la nostra regione».
Oltre alle critiche però, il Partito Democratico da tempo sta sostenendo alcune idee e avanzando proposte al governo regionale, tra cui quella di un progetto organico di mitigazione del rischio che, ad esempio, già esiste per il fiume Misa: è l’assetto di progetto redatto a seguito dell’alluvione del 2014 che, secondo Mastrovincenzo, andrebbe ampliato ai territori allora non ricompresi. «Le vasche di espansione in fase di progettazione sono inserite in quel documento ed è previsto il loro finanziamento ma non si hanno notizie sulla loro realizzazione. Servono assolutamente interventi strutturali di lungo termine, che riducano drasticamente i rischi. Le somme di denaro utilizzate finora, avrebbero potuto essere spese per un progetto complessivo che limitasse il rischio, dovuto alla maggior velocità del fluire dell’acqua a seguito delle risagomature dell’alveo, per i cittadini di Senigallia e dei centri abitati che si trovano vicino al fiume. E sicuramente parte delle risorse potevano essere utilizzate anche per ripristinare tratti di strada nei Comuni dell’entroterra».
Il nodo risorse è centrale anche per la questione degli indennizzi. «Quale copertura finanziaria dobbiamo attenderci per enti locali, cittadini e imprese, data l’esiguità di risorse stanziate? La giunta regionale non ha neanche ipotizzato un criterio di riparto. Per ora i Comuni, con difficoltà, stanno erogando le prime somme di ristoro (5.000€ per cittadini e 20.000€ per le attività economiche) che rappresentano un aiuto residuale, nella maggior parte dei casi, rispetto al danno subito. E in questa difficile situazione, andrebbe alimentato un coordinamento costante con i sindaci che, oltre a non aver potuto beneficiare di assunzioni di personale aggiuntivo, attendono risposte e supporti tecnici organizzativi che invece non ci sono».
Infine, un’ultima osservazione va al sistema di allertamento della popolazione, tema su cui poco si è discusso ma che tutti considerano fondamentale per il futuro, non solo dell’area Misa-Nevola. «In Emilia Romagna in via sperimentale è stato adottato l’ IT Alert, per avvisare immediatamente i cittadini in caso di gravi emergenze o catastrofi imminenti, inviando messaggi ai telefoni cellulari presenti in una determinata area geografica. E’ tempo che anche nelle Marche si sperimenti questo sistema. Nella scorsa legislatura esisteva un modello simile, accantonato inspiegabilmente dall’attuale Amministrazione regionale» conclude Antonio Mastrovincenzo.
Registrati sul sito per leggere tutte le notizie e scarica l’app de La Voce Misena l’app da Google Play o da App Store.