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Alluvione, due anni dopo: prorogato lo stato di emergenza e tanti cantieri aperti

Da sinistra Babini, Acquaroli e Aguzzi nel secondo anniversario dell'alluvione del 15 settembre 2022
Da sinistra Babini, Acquaroli e Aguzzi nel secondo anniversario dell'alluvione del 15 settembre 2022
Da sinistra Babini, Acquaroli e Aguzzi

A due anni dai drammatici eventi che hanno sconvolto il territorio senigalliese e delle valli Misa, Nevola e Cesano il 15 settembre 2022, Regione Marche e struttura commissariale fanno il punto sui lavori fatti e quelli da fare; ma annunciano anche il passaggio dalla programmazione alla fase esecutiva del piano delle opere strutturali del commissario e soprattutto la nuova proroga dello stato di emergenza.

«A meno di 24 mesi, gli alluvionati tornano nelle proprie abitazioni», ha detto il presidente della Regione Marche e commissario per l’alluvione, Francesco Acquaroli durante una conferenza stampa organizzata in occasione del secondo anniversario del disastro. «Capisco che è tantissimo tempo, ma abbiamo messo in campo veramente uno straordinario lavoro. Ovviamente le risposte non sarebbero state possibili senza la sensibilità del governo nazionale che ha stanziato i famosi 400 milioni di euro».

Dunque la ricostruzione post alluvione prosegue anzi, entra in una fase nuova grazie anche alla proroga dello stato di emergenza per ulteriori 12 mesi, fino al 17 settembre 2025, come annunciato dal vicecommissario Stefano Babini. «Un segnale di vicinanza da parte del governo per poter terminare le attività avviate finora».

Quindi più tempo e tante risorse. Inizialmente queste sono state utilizzate per i primissimi ristori, quelli famosi da 5mila euro per il sostegno immediato alle famiglie e da 20mila per le imprese, per poter ripartire comprando arredamenti o primi strumenti da lavoro. Questo nel complesso ammonta a un totale di 24 milioni di euro, così distribuiti: 13,5 milioni di euro per interventi a favore dei privati, che hanno permesso di liquidare 3.095 pratiche; e 10,4 milioni di euro destinati a 643 interventi a favore delle imprese. Ma il capitolo dei ristori non è concluso: è in corso la fase di erogazione dei ristori “pesanti”, con le anticipazioni del 20%: ammontano a 4,6 milioni di euro, su un totale ad oggi di richieste pervenute di 30,57 milioni tra privati, attività economiche, produttive e agricole. Sono poi stati stanziati 2,2 milioni di euro di fondi regionali per il risarcimento di veicoli danneggiati (668 automobili e 85 furgoni). Tra le altre risorse sono arrivati anche i 28 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione Marche per interventi regionali di prevenzione del dissesto idrogeologico; i 20,9 milioni di euro dal fondo di solidarietà dell’Unione europea; gli 8,8 milioni di euro dal ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (MASE).

Quindi contributi per famiglie e imprese, ma anche fondi per la messa in sicurezza del territorio. Ma come procede? A fare il punto è Babini. L’ingegnere ha reso noto che per la somma urgenza, sono stati approvati dal dipartimento nazionale di Protezione civile 1470 interventi per 135,8 milioni di euro, con 53 milioni già liquidati, in attesa della completa rendicontazione da parte dei soggetti attuatori. Il genio civile Marche Nord ha avviato 122 interventi di ripristino infrastrutturale e manutenzione straordinaria nei bacini dei fiumi Misa, Nevola, Cesano, Esino, Foglia e Metauro per 26 milioni di euro; destinato 1,6 milioni per la manutenzione dei corsi d’acqua del reticolo minore tramite il Consorzio di Bonifica; e destinato 13,7 milioni per le progettazioni delle casse di espansione nelle località Pancaldo di Ostra Vetere (a tutela dell’abitato di Pianello di Ostra) e a Ponte Lucerta (per ridurre i rischi per la frazione di Passo Ripe a Trecastelli). Per le infrastrutture minori, il Consorzio di Bonifica è al lavoro sulla ricostruzione di 12 ponti, con tre opere già completate a Serra Sant’Abbondio (PU), Serra de’ Conti (AN) e Vallone di Senigallia (AN). 

Ciò significa – solo per trarre delle conclusioni – che in quasi due anni è stato fatto circa un terzo del lavoro necessario per il ripristino post alluvione dei ponti; invece delle vasche di espansione una sola è giunta a compimento: altre due sono ancora in fase progettuale, mentre una quarta, a Casine di Ostra a tutela della zona Zipa, è ancora solo nel libro dei sogni.

Dicevamo del passaggio alla fase esecutiva del piano delle opere strutturali del commissario all’alluvione. Ma cosa prevede? La strategia attualmente ammonta a 130 milioni di euro ma sembra destinata ad aumentare in termini economici perché una previsione di spesa era stata in via precauzionale sovrastimata. Riguarda opere complesse per la prevenzione del rischio idrogeologico, al di là degli interventi di somma urgenza realizzati dalla Protezione Civile. Prevede, tra le altre cose, la demolizione e ricostruzione di ponti, la creazione di vasche di laminazione e la riqualificazione di borghi, con l’obiettivo principale di mettere in sicurezza la popolazione e proteggere i territori colpiti dall’alluvione, come il bacino del Misa-Nevola e il comprensorio del Catria nell’alto pesarese.

«Il nostro obiettivo – ha affermato Acquaroli – è garantire la messa in sicurezza del territorio pur sapendo che non arriveremo mai al rischio “zero”, quindi cerchiamo di migliorare la mitigazione del rischio per dare risposte concrete alle esigenze della popolazione, restituendo tranquillità per il futuro».
Gli fa eco l’assessore alla protezione civile, Stefano Aguzzi: «Due anni fa siamo stati colpiti da un evento di straordinaria gravità – ha dichiarato l’assessore Aguzzi – ma grazie all’impegno congiunto di molti uffici e al lavoro di squadra, abbiamo raggiunto traguardi significativi. Le risorse stanziate per il fiume Misa, ad esempio, hanno consentito di realizzare interventi mai realizzati negli ultimi 80 anni. Sebbene sia impossibile eliminare completamente il rischio, oggi possiamo dire di aver ottenuto una significativa mitigazione grazie alla pulizia dei fiumi e alla costruzione di nuove infrastrutture per i tanti cittadini che per anni hanno vissuto in una condizione di incertezza».

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