Alluvione 2022, Musumeci a Senigallia: «Meno burocrazia e fondamentalismo ambientalista»
Il ministro alla protezione civile e alle politiche del mare Nello Musumeci ha incontrato oggi, 12 luglio, i sindaci dei comuni colpiti dall’alluvione del 15 settembre 2022. Un momento di confronto richiesto a gran voce dai territori alluvionati che ancora oggi pagano il prezzo di una lentezza burocratica che è sempre più d’ostacolo alla ripartenza. Basti vedere ancora lo stato dei fiumi a due mesi dalla scadenza dello stato di emergenza. E ciò che non si è fatto in questi primi dieci mesi, lo si dovrà fare – proroghe permettendo – in tempi diversi solo se ci sarà uno snellimento delle procedure. Processo iniziato ma assolutamente non concluso.
Proprio questo è stato uno dei temi dell’incontro – oltre a quello delle risorse e delle opere messe in campo o da effettuare ancora – con i primi cittadini dei comuni devastati dall’esondazione dei fiumi Misa e Nevola e della tracimazione del reticolo idrografico secondario. «Sono qui per monitorare lo stato dei luoghi, quello che è stato fatto e soprattutto quello che c’è ancora da fare. E’ compito del governo nazionale monitorare l’attività sul territorio: il nostro interesse è quello di assicurare le risorse necessarie, ma al tempo stesso accertarci che le risorse siano utilmente spese» ha affermato il ministro siciliano.
Le risorse serviranno per «evitare che si ripeta il danno che abbiamo già registrato, non per tamponare ma per ridurre il rischio a cui è esposto il territorio». Come se non bastassero le due alluvioni subite da Senigallia, le Marche hanno avuto danni anche lo scorso maggio e con la sequenza sismica dell’estate/autunno 2016 e del novembre 2022. Una regione, le Marche, che da anni manifestano tutta la loro fragilità. E questo senza contare i numerosi dissesti idrogeologici che si verificano a ogni pioggia intensa.
Dal canto loro i sindaci hanno manifestato le difficoltà a vedere calati sul territorio risorse e progetti: tanti, anche in precedenti incontri in Regione, hanno lamentato il mancato trasferimento dei fondi ministeriali. Ma su questo “nodo” è arrivata la rassicurazione del ministro secondo il quale «abbiamo accumulato in Italia circa 8-10 miliardi di euro destinati alla messa in sicurezza del territorio che per mille difficoltà non vengono spesi. Inutile chiedere denaro quando non è stato speso quello disponibile».
Per quanto riguarda l’alluvione 2022 i 400 milioni messi in manovra di bilancio sono stati una novità, ha sottolineato Musumeci: «il governo ha fatto quello che in nessun’altra calamità era stato mai fatto. Adesso dobbiamo tutti lavorare», facendo però i conti con una normativa non sempre facile, agile o snella. In fase di valutazione la possibilità di rivedere alcune norme collegate ad autorizzazioni ambientali e «al fondamentalismo ambientalista» che possano garantire il diritto alla vita, «una priorità».
E per farlo nei fiumi non possono esserci ostacoli: «Il letto del fiume deve essere sempre libero per ricevere l’acqua quando arriverà: non sappiamo quando ma arriverà e quando arriva o trova l’alveo libero o altrimenti si fa strada da sola e fa danni». L’invito del ministro è quello di lavorare tutti assieme per eliminare le difficoltà e partire dalla necessaria manutenzione, ordinaria e straordinaria, per contrastare le fragilità di un territorio particolarmente sovraesposto sul quale è puntata l’attenzione del governo nazionale e della protezione civile: «Ogni vita umana persa è una sconfitta per tutti e dobbiamo lavorare perché questo possa essere evitato in futuro».
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