L’inizio inatteso di una lunga via Crucis
Giovedì 15 settembre, ore 22.00, l’incontro diocesano destinato ai responsabili delle comunità per il rinnovamento ecclesiale sinodale, promosso dalla diocesi in Seminario, si interrompe bruscamente prima del previsto. Viene comunicato che le strade delle Vallate del Misa e del Nevola non sono più praticabili e per chi è sceso a Senigallia dai paesi dell’interno. Non c’è possibilità di rientro. Invito immediatamente Fabiola e Concetta, che fanno parte del gruppo dei facilitatori del cammino sinodale, a salire immediatamente sul mio pulmino.
Avremo percorso il crinale della collina per raggiungere il nostro paese, Barbara. Salgo, quindi, verso Scapezzano e, attraverso Roncitelli, Croce di Castel Colonna e poi Corinaldo in zona Cappuccini, mi avvio verso Castelleone di Suasa. Giunto alla zona del Geofisico scendo per via Casalta, con la speranza di attraversare la Corinaldese, per risalire poi verso Barbara. Ma le luci dei lampeggianti dei Vigili del fuoco e delle Forze dell’Ordine mi impediscono di attraversare il fiume Nevola. Lì apprendo per la prima volta, che ci sono dei morti… Risaliamo più all’interno… ci sono altri punti di passaggio per raggiungere il mio paese, ma inutilmente: ancora luci lampeggianti e da dove mi sembra di poter risalire per la località Ripalta, un mare di fango con tronchi immensi, sbarrano la strada. È successo qualcosa di apocalittico, di cui non riesco ancora a definire i contorni.
Decidiamo allora di risalire verso Castelleone e da lì verso le località di Loretello, San Pietro d’Arcevia, fino a Palazzo d’Arcevia. Sicuramente su quella strada, che va verso il bivio di Conce d’Arcevia avrei trovato un passaggio per giungere alla mia meta. Iniziamo così a percorrere questa serpentina di curve, che in mezz’ora circa ci porterà verso la sommità della strada verso casa. Ma avevamo fatto i conti senza l’oste…
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