Alleanze in riva al mar Mediterraneo
Antonino Raspanti, vicepresidente della Cei, ci parla dell’incontro dei vescovi e sindaci del Mediterraneo in programma dal 23 al 27 febbraio prossimi a cui parteciperanno sia papa Francesco (27 febbraio), il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (27 febbraio) e il presidente del Consiglio Mario Draghi (23 febbraio).
Manca poco all’incontro di Firenze: a che punto è la preparazione, e quale la risposta dei vescovi? Abbiamo predisposto tutto: argomenti, suddivisioni dei temi, programmi e i tempi di discussione. Anche la logistica è ben definita, mentre è ancora in via di definizione – vista l’attuale situazione sanitaria – l’adesione dei partecipanti: ogni giorno, quindi, parteciperanno alle giornate di Firenze circa 90 persone, prima dei due giorni finali in cui la platea si estenderà in attesa del Santo Padre.
Per la seconda volta Papa Francesco sarà presente: quale responsabilità comporta per le chiese che si affacciano sulle sponde del Mare Nostrum? Come la volta scorsa a Bari, l’obiettivo è sempre quello di sviluppare la nostra comune appartenenza alla grande area del Mediterraneo. Finora, infatti, ci sono state le Conferenze episcopali europee, la Conferenza delle Chiese africane e quella delle Chiese orientali, ma non c’è ancora il senso della comune appartenenza delle Chiese al Mediterraneo, a causa di fratture e di confini molto netti. Sviluppare la coscienza di un’appartenenza comune, cioè di una nuova soggettività ecclesiale non è qualcosa che si fa in due incontri. Comincia a nascere l’idea di…
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