L’allarme del Gsa: «Poca attenzione e zero sensibilità degli amministratori sul verde urbano» – L’INTERVISTA
Alluvione, gestione dell’ambiente fluviale e delle dune, la presenza del fratino sul litorale senigalliese, ma anche verde urbano e rapporto con l’amministrazione comunale. Sono questi i principali temi che abbiamo affrontato nell’intervista alla presidente del Gruppo Società e Ambiente (GSA) di Senigallia, Annamaria Mori, e al tesoriere, nonché colonna portante dell’associazione, Giorgio Sagrati. L’intervista è in onda su Radio Duomo Senigallia-InBlu (95.2 FM) venerdì 19 luglio alle ore 20, sabato 20 alle ore 13:10 e alle 20 e domenica 21 a partire dalle ore 16:50, la terza di tre interviste consecutive. Il file audio integrale è disponibile anche in questo articolo dove potrete leggere i momenti salienti dell’intervista.
Intanto un po’ di storia…
L’associazione ambientalista nasce 42 anni fa. Negli anni ‘80 c’era un fermento diverso rispetto a oggi. In questi anni, alcune battaglie le ha vinte, alcune no ma si è sempre battuta per l’ambiente. Nel 2018 ha ripreso vita con un gruppo dopo il taglio della pinetina alla stazione ferroviaria che ha portato numerose proteste. Ma in passato si è lottato contro la lottizzazione sotto la balconata di Scapezzano.
Ma il GSA è schierato politicamente? Al vostro interno ci sono rappresentanti di qualche partito?
Siamo apartitici, il verde è importante per tutti, senza colori politici.
Che rapporto con l’amministrazione comunale?
Prima c’era poca sensibilità a certi temi, come il taglio degli alberi in piazza Garibaldi o alla stazione. L’attuale giunta, ci spiace dirlo, ne ha ancora meno. Abbiamo tentato comunque un dialogo ma si è interrotto.
Partiamo da viale Anita Garibaldi, cosa chiedevate e cosa si può fare ancora?
Ci sono stati vari incontri e noi ci siamo sempre battuti per la salvaguardia degli alberi: nonostante qualcuno dovesse essere abbattuto, noi abbiamo sempre ribadito l’importanza dello storico viale con pini che non potevano essere sostituiti con alberelli come vediamo oggi. Il viale ha oggi una differenza di temperatura di circa 5-6 gradi. Noi eravamo disponibili a valutare le alternative, ma ci siamo trovati di fronte a un progetto già fatto e già approvato. Si poteva fare di più nelle manutenzioni. Ora dovremo attendere almeno venti anni per vederne gli effetti.
Oltre ai rischi per l’incolumità, ci sono dei costi che l’amministrazione deve valutare…
Tutto ha un costo: le strade, i marciapiedi… perché agli alberi dobbiamo rinunciare? Una cura costante è minima, ma se vogliamo l’ombra e la frescura qualche costo dobbiamo pur sostenerlo. Ne affrontiamo tanti per le feste che non lasciano nulla alla città, mentre i benefici degli alberi ce li abbiamo tutto l’anno. Non ci sembra una posizione ideologica, il verde va a beneficio di tutti.
E oggi, con i cambiamenti climatici in atto, come facciamo?
Limitare gli abbattimenti il più possibile e poi, quando si interviene, si può scegliere piante di una certa dimensione. Costa di più ma sono scelte politiche e tecniche da fare. Addirittura ci sono città che tolgono l’asfalto per trasformare le zone in verde urbano.
Che proposte per il lungomare?
I tecnici vanno ascoltati e i suggerimenti seguiti. Le tamerici sono decimate per errori nell’impianto e nella conduzione. Se si aspetta solo che cada il ramo, il risultato è questo… Noi il progetto di riqualificazione del lungomare Marconi non l’abbiamo ancora visto, mi sembra che ci sia grande improvvisazione.
E le dune? sono una risorsa? Sono gestite bene?
Sì, sono una risorsa ma non sono tutelare adeguatamente. Non c’è contrapposizione con gli interessi economici, anzi potrebbero essere oggetto di studi e ricerche. Ci stiamo muovendo per una maggior tutela, così come per il fratino. Un documentario girato per metà qui ci informa che la sua presenza significa molto per Senigallia. Di certo ci sono un utilizzo improvvido della spiaggia, la presenza dei cani e la movimentazione con i grandi mezzi che ne mettono a rischio i nidi e la presenza.
Parliamo di alluvione e gestione dell’ambiente fluviale: si sta procedendo nella giusta direzione?
No, lo stesso Mario Tozzi ha detto che questo è il modo peggiore per intervenire. il fiume è diventato un canale con tante fragilità. Si aumenta la velocità dell’acqua ma in centro storico non sono cambiate le caratteristiche, quindi il rischio è immutato. Le vasche di espansione? Se ne parla da 40 anni, vanno a rilento ma servono: auspichiamo che vengano realizzate subito.
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