Alcolismo. L’altra metà del bicchiere
Di solito, quando c’è, l’attenzione è tutta sulla persona con problemi di alcolismo. Quanto ruota attorno è sfumato, nascosto. Eppure l’inferno è lo stesso: quella di mariti, mogli, figli, amici è una sofferenza condivisa con chi beve in modo problematico. Ecco perché nel 1976 è nata ‘Al-Anon’, parallela all’esperienza ben più famosa degli Alcolisti anonimi e formata da gruppi che vogliono aiutare familiari e amici di bevitori dipendenti.
Periodicamente ‘Al – Anon’ esce un po’ più allo scoperto per farsi conoscere e per sensibilizzare la società su questo grave problema, tutt’altro che risolto e una di queste sessioni alla luce del sole si è tenuta domenica 24 ottobre, al teatro ‘Portone’ di Senigallia, per l’intera giornata.
Ormai la scienza è concorde nel considerare la dipendenza da alcol una malattia. E come tale va curata. Ha evidenti componenti psicologiche, una accertata familiarità, condizionamenti ambientali e culturali significativi. Per questo l’approccio al problema richiede professionalità specifiche, percorsi strutturati, risposte condivise.
I familiari sono uno snodo fondamentale per la guarigione e per scongiurare ricadute ed hanno diritto di essere presi in cura anche loro.
Leggi l’articolo completo nell’edizione digitale di giovedì 28 ottobre, a questo link.
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Laura Mandolini