Vasche di espansione, aiuti e allerta: a Senigallia tristezza e rabbia per l’alluvione
Nonostante dovrà essere la magistratura a stabilire eventuali responsabilità in merito alla mancata allerta, in tutta la vallata del Misa e Nevola c’è profonda tristezza per quanto accaduto e rabbia per ciò che si poteva evitare. Ma anche consapevolezza che poteva andare peggio. A dirlo è il sindaco di Senigallia Massimo Olivetti, intervenuto per parlare delle richieste avanzate alla ministra dell’interno Luciana Lamorgese in merito agli aiuti economici, alla sicurezza del fiume, alla revisione del Pai, al sistema di allertamento territoriale, alle opere infrastrutturali necessarie.
«Abbiamo chiesto la possibilità di avere aiuti più seri rispetto all’altra volta (il 2014, ndr), molto più consistenti per famiglie e aziende colpite dall’alluvione; poi una forte attenzione sulla questione della sicurezza del fiume e sul sistema allertamento». Ribadita l’importanza di non lasciare sola questa città e questa zona. «Siamo incazzati per lo stato del fiume – ha chiosato – ci sono zone ad alta densità abitativa in aree esondabili, difficili da difendere, per cui servono opere di difesa a monte. Vanno fatte subito le 15 vasche di espansione, bloccate anche per questioni ideologiche, ed è ora che la Regione investa soldi per poterle realizzare. Oggi ci è stato ripromesso tutto quello che era stato detto negli anni passati, io spero che qualcuno mantenga queste promesse, spero nella coscienza delle persone, di chi ha visto il disastro, anche se so che a luci spente nessuno si ricorderà di noi».
Sulla mancata allerta, Olivetti torna a evidenziare la completa assenza di qualsiasi messaggio che potesse far comprendere ciò che stava accadendo. «Non posso accorgermi io, grazie a un messaggio di un mio amico alle 19:50, di ciò che avviene da altre parti. Noi ci siamo subito attivati allertando la popolazione, proprio perché sapevamo che la situazione era grave. Se non avessimo dato noi l’allerta, avremmo avuto una strage. Ma questo sistema non funziona, serve un collegamento territoriale. Se Serra de’ Conti aveva problemi e ad Arcevia era già passata, era matematico che la piena arrivasse a valle». L’idea è quella di un sistema di Protezione civile unitario, per tutta la vallata.
Oltre alla conta delle vittime, una prima stima dei danni potrebbe arrivare fino a 7-800 milioni di euro, «almeno tre-quattro volte quelli dell’altra volta (furono oltre 180 milioni di euro nel 2014, Ndr), ma per avere un’idea più chiara dobbiamo attendere quello che diranno i cittadini attraverso i moduli per i rimborsi, indicativamente entro una o due settimane».