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Santa Maria Goretti in un dipinto

Ogni 6 luglio la Chiesa Cattolica omaggia la figura di Santa Maria Goretti, la giovane martire corinaldese morta nel 1902, all’età di circa 12 anni, a Nettuno a causa di una aggressione, avvenuta in seguito a un tentativo di abuso sessuale, da parte di Alessandro Serenelli, il giovane uomo, 8 anni più grande di lei, che abitava nella sua stessa casa. 

La famiglia Goretti, originaria di Corinaldo, si era trasferita nel Lazio, in cerca di una migliore occupazione, stanziandosi alle Ferriere di Conca, oggi frazione di Latina, assieme alla famiglia Serenelli. Proprio Alessandro, il figlio più giovane dei Serenelli, tentò diversi approcci nei confronti di Maria, fino a un tentativo di stupro avvenuto nell’estate del 1902. In quella tremenda occasione, di fronte alle grida della giovane fanciulla, l’uomo la ferì 14 volte con un punteruolo. Maria, ancora cosciente, fu trasportata, gravemente ferita, all’ospedale Orsenigo di Nettuno dove purtroppo la morte sopravvenne il giorno successivo per setticemia.

Nel 1929 le spoglie di Maria, divenuta un esempio di purezza e integrità morale, vennero spostate dal cimitero comunale al cinquecentesco santuario di Nostra Signora delle Grazie, sempre a Nettuno.

Il ricordo della Santa ci permette oggi, a 120 anni dalla sua morte, di parlare di un’interessante opera realizzata dal pittore senigalliese Giovanni Schiaroli nel 2000 su suggerimento del parroco don Osvaldo Antonietti e poi donata alla Chiesa della Santissima Trinità di Passo Ripe in occasione dei lavori di ristrutturazione dell’edificio di culto. 

Santa Maria Goretti, Giovanni Schiaroli, olio su tela, 2000, Chiesa della Santissima Trinità, Trecastelli

Giovanni Schiaroli è nato nel 1949 a Filetto, una frazione di Senigallia, dove ancora oggi vive e lavora. In questo angolo di campagna soltanto scalfito ma non stravolto dall’agricoltura industriale, dietro quella che il giornalista RAI Walter Montanari descrisse come “la sagoma dentata bluastra degli Appennini” Schiaroli trova la principale ispirazione per i suoi dipinti. 

Giovanni non ha frequentato scuole d’arte o accademie, ma è nato pittore e la sua tecnica, che si ispira alla pittura impressionista e macchiaiola della seconda metà del 1800, lo ha portato lontano: dalla piccola frazione di Filetto a Buenos Aires, passando per Roma, dove in questi 50 anni di attività ha esposto in numerose occasioni. 

L’opera dedicata a Santa Maria Goretti è un olio su tavola (70×50cm circa), che trae spunto dalla tradizionale immagine iconografica della Santa. Nel dipinto la giovane è rappresentata in primo piano, con l’aureola sopra il capo, le mani incrociate sul petto e gli occhi che guardano lontano. Dietro di lei un campo di lilium candidum, il giglio bianco simbolo di purezza, gli stessi fiori che troviamo stretti anche nella mano destra della ragazza assieme a una foglia di palma, simbolo invece del martirio della fanciulla. 

In lontananza, sopra la spalla destra della Santa, è raffigurata una chiesa, probabilmente, dalla forma architettonica settecentesca, il Santuario corinaldese di Santa Maria Goretti. Spesso nella stessa posizione è possibile trovare il santuario di Nostra Signora delle Grazie e di Santa Maria Goretti di Nettuno, in cui è custodito il corpo della fanciulla martire della purezza, facilmente identificabile per la facciata della chiesa in stile neorinascimentale-moderno. 

In basso a destra il dipinto riporta un’iscrizione: sotto la firma dell’artista compare un’ulteriore scritta “Giubileo 2000“. L’opera è infatti stata realizzata durante il periodo in cui Schiaroli stava lavorando ad altri dipinti che vennero esposti a Roma, proprio in occasione dell’anno giubilare, all’interno della mostra “Roma – Vista da Giovanni Schiaroli”, organizzata dall’Associazione culturale “La guida” di Pina Passigli e patrocinata dall’Assessorato alla Cultura della Regione Lazio, presso la Casa Carmelitana S. Alberto Patriarca di Gerusalemme, in prossimità di Castel Sant’Angelo.

Marco Pettinari

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