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In ricordo di Don Attilio Ferretti, ex parroco di Scapezzano

Don Attilio Ferretti
Don Attilio Ferretti
Don Attilio Ferretti

Il 25 giugno del 2018, al sorgere del nuovo giorno, Don Attilio è tornato alla Casa del Padre dopo un non breve periodo di sofferenza, tutta offerta al Signore. Sul suo volto e nelle sue parole degli ultimi giorni, la serenità di Colui che “…ha combattuto la buona battaglia, ha terminato la sua corsa, ha conservato la Fede…”.

Nasceva il 14/12/1924 a Serra S. Quirico in quel di Castellaro, piccola frazione di campagna, da famiglia di contadini, povera, ma ricca di una Fede incrollabile tramandata di generazione in generazione con le parole, con le azioni e con l’esempio. La nonna Annetta fu per lui fonte di quegli insegnamenti che segnarono il suo essere persona prima e prete poi. Trasferitasi la famiglia in Arcevia, giunge nella Parrocchia di Colleaprico all’età di 15 anni e vive la sua vita semplice fatta di lavoro nei campi, aiuto in casa, amicizie ma forte di un costante attaccamento alla Fede nel Signore. Lo scorrere tranquillo del tempo termina nell’estate del 1943 quando riceve insieme ad altri giovani di Colleaprico, la chiamata alle armi che lo porta al fronte, giovane inesperto, sorretto soltanto da quella Fede che ha ricevuto in dono per mezzo della Sua famiglia, dal Signore e corroborata dalla profonda opera pastorale dell’allora Parroco di Colleaprico don Iginio Bruschi, che in vista della chiamata alle armi dei suoi giovani parrocchiani, acquistò appositamente una bellissima statua del Sacro Cuore di Gesù e durante una solenne celebrazione, li affidò alla Sua protezione.

La preghiera della Comunità scritta per l’occasione, fu opera del giovane Attilio. Forse fu questo un segno premonitore? Giunto al fronte, a ridosso dell’8 settembre, venne fatto prigioniero dai Tedeschi e portato in Germania nei campi di lavoro. In questo periodo il Sacro Cuore diventa sempre di più la sua ancora di salvezza da cui trarre forza, coraggio e serenità. Da li la promessa di diventare sacerdote e dedicare la sua opera ai fanciulli.

Tornato a casa, riprende la sua vita “comoda” sino a quando un violento attacco di tifo, gli fa ripensare alla promessa fatta e da lì inizia il suo cammino verso il sacerdozio, dapprima ostacolato dalla famiglia, poi accettato come un dono del Signore, che trova il compimento in quel 30 ottobre 1955, quando nella chiesa di Scapezzano di Senigallia, il Vescovo Ravetta gli conferisce l’Ordine sacro.

Dopo cinque anni di “apprendistato” nelle Parrocchie di Marotta, Mondolfo, Ostra Vetere, giunge novello pastore nella Parrocchia di Colleaprico. Era il 1960 e in una situazione completamente differente a quelle vissute negli ultimi anni (raccontava che il primo giorno dopo l’ingresso in parrocchia, si ritrovò a celebrare la S. Messa in solitudine) quando, con l’apporto di alcuni ragazzi di Ostra Vetere, iniziò a prendere corpo quella grande opera che fu la Colonia Montana Sacro Cuore che nei suoi cinquanta ed oltre anni di attività ha accolto migliaia di ragazzi, giovani e meno giovani per periodi di ristoro dello spirito e del corpo.

Nel 1964, il Vescovo Ravetta lo chiama a svolgere la Missione di Parroco nella Parrocchia di Scapezzano e qui rimane sino al 2005, quando per raggiunti limiti di età, lascia la parrocchia e si ritira nella Casa del Clero, presso la Fondazione Mastai Ferretti in Senigallia, continuando a prestare la propria opera a favore di varie parrocchie.

La sua vita segnata da eventi forti: la prigionia, il tifo, l’incidente stradale nel 1963, la grave malattia nel 1983, i seri problemi cardiaci degli anni ’90, non hanno minimamente intaccato la Sua grande Fede nel Signore e di essa ha dato testimonianza sino all’ultimo istante della vita. Una vita vissuta tutta per gli altri e sorretta dalla ferma certezza del “…non avere paura, Io sono con te ogni giorno della tua vita”.  

Giorgio Ferretti

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