Lavori più urgenti che mai per la foce del fiume Misa
Dopo oltre un anno di stop forzato, potranno riprendere i lavori per il dragaggio del fiume Misa. Anche se ancora non si sa quando ripartiranno, l’intervento è sostanzialmente sbloccato e Senigallia potrà vedere finalmente il dragaggio del tratto finale che va dal ponte della ferrovia adriatica fino alla foce sul mare Adriatico. Si tratta dello stesso punto dove si creano degli isolotti di ghiaia e altri detriti che ogni tanto emergono sulla superficie dell’acqua. Arrivano alla foce con le “fiumane” che portano a valle i materiali e poi si bloccano per colpa delle correnti marine che li respingono nel canale del Misa. Una sorta di altalena, un “viaggio andata e ritorno” che ha sempre scatenato polemiche per eventuali rischi alla sicurezza: soprattutto dopo l’alluvione del 2014, se ne parla continuamente, nonostante siano fanghi, ghiaia e detriti non sedimentati, per lo meno nell’area dell’isolotto tra la Penelope di Gianni Guerra e la statua di san Andrea. Assieme ai lavori per le vasche di espansione, recentemente avviati, contribuiranno a ridurre il rischio esondazione.
Sedimentati o no, i materiali verranno portati via. Dove – questo era uno dei punti della diatriba che si è protratta fino alle aule giudiziarie – lo ha stabilito una riunione tecnica tra Consorzio di bonifica e Regione Marche: i due enti sono convenuti nel portare in discarica i primi detriti asportati tra dicembre 2020 e gennaio 2021 prima che il cantiere venisse interrotto per gli aspetti giudiziari e portati inizialmente in una cava del pesarese. Verranno prima analizzati nuovamente dall’Arpam per capire se siano pericolosi o meno. Per quanto riguarda i nuovi materiali, la disciplina prevede che…
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