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Gli alberi, simboli del ricordo e di lunga vita

Alberi della memoria

Giorgio Sagrati, uno dei componenti del direttivo del GSA (Gruppo Società e Ambiente) di Senigallia, ci parla della scelta di piantare alberi, simboli di lunga vita, in memoria di persone scomparse.

Parliamo di alberi ma da un’angolazione particolare, quella legata alla memoria di persone scomparse. Da sempre l’albero è simbolo di lunga vita e ne viene celebrata la sacralità, quindi spesso è collegato al ricordo. Di esempi se ne potrebbero fare molti ma in questa sede mi limito a due. A chi non è capitato, girando per piccoli paesi o grandi città, di imbattersi nei viali o nei parchi della rimembranza. Sono realizzazioni fortemente spinte anche dal governo negli anni ’20 del secolo scorso per ricordare alle future generazioni il sacrificio dei tanti soldati morti nella Grande Guerra, per essere anche da monito affinché tragedie del genere non si ripetessero. Facendo un salto di un secolo, andiamo a Bergamo, dove da poche settimane è stato inaugurato il Bosco della Memoria, a ricordo delle vittime del covid. È stato proprio il presidente Draghi a mettere a dimora la prima pianta, un tiglio.

Veniamo alla nostra realtà, come Gruppo Società Ambiente. Anche noi dell’associazione abbiamo ripreso, nostro malgrado, questa tradizione dedicando due alberi a soci scomparsi prematuramente. Il primo è stato una quercia, una farnia o quercus robur, dedicata a Vittorio Tamiozzo, piantata nei Giardini Diaz vicino a dove lui abitava. Oltre a essere un nostro vecchio socio ed escursionista, era una persona particolare con una vita molto intensa costellata di tinte forti e vicende drammatiche, fino alla sua tragica e prematura scomparsa. Il secondo albero lo abbiamo dedicato a Ines Moretti ed è una davidia involucrata o “albero dei fazzoletti”, per noi semplicemente “l’albero di Ines”. È stato piantato nei giardinetti di fronte alla Chiesa del Porto, vicino al luogo dove lei abitava. Era stata negli ultimi anni di vita presidente della Prima Circoscrizione, oltre che nostra iscritta, con cui abbiamo collaborato proficuamente e a lungo. Gli alberi che abbiamo scelto cercano di riprodurre le caratteristiche delle persone commemorate. Per Vittorio, persona dura, “tosta”, non poteva che essere una quercia, soprattutto una farnia, che tra le querce è quella più grande e più longeva. Per Ines, persona originale e volitiva, abbiamo scelto questo albero particolare dalle caratteristiche insolite, che, tra l’altro, è l’unico presente attualmente nella nostra città, e che rappresenta un po’ quello che era l’estro di Ines. a cura di Barbara Fioravanti

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