Idee per uno sviluppo del turismo religioso locale
Parlare di turismo oggi, in cui risulta essere uno dei settori più colpiti dalla pandemia, può apparire azzardato e quasi “anacronistico” ma, in attesa di uno sperato ritorno alla normalità, è interessante riflettere sulle potenzialità dei nostri luoghi. Tale attività può diventare, come dimostrano molte altre realtà, una fonte di ricchezza, di promozione e di conoscenza delle nostre realtà. Soffermandoci su una forma particolare di turismo, quello religioso, proviamo a individuare possibili mete e proposte. “Il turismo religioso ha come principale obiettivo la fede e quindi la visita ai luoghi religiosi, come santuari, chiese, conventi, abbazie, eremi e luoghi sacri, per costatarne non solo l’entità naturale e soprannaturale legata a un luogo, ma anche apprezzarne la loro bellezza. In fondo anche una chiesa può essere un libro aperto sulla cultura, l’arte, l’architettura, al di là dell’aspetto religioso o legato alla fede. “La cultura europea non potrebbe essere compresa fuori dal riferimento al Cristianesimo”, diceva Giovanni Paolo II. Per non andare troppo lontano da noi, basti pensare al Monastero di Fonte Avellana, situato nel Comune di Serra Sant’Abbondio, nella cui Biblioteca “Dante Alighieri” sono conservati oltre 10.000 volumi tra cui pregiati codici miniati e antichi libri sacri, che testimoniano come l’opera dei frati amanuensi sia stata un prezioso veicolo culturale per le generazioni future. Le nostre Marche ospitano la Basilica della Santa Casa a Loreto che è il santuario mariano tra i più importanti e visitati al mondo e meta di molti pellegrinaggi. “La terra marchigiana è tutta illuminata dalla spirituale presenza di Maria nel suo storico Santuario, che rende ancora più belle e più dolci queste colline”, per citare le parole usate da papa Benedetto XVI in occasione del XXV Congresso Eucaristico Nazionale Italiano del 2011.
Esistono però anche altri luoghi meno conosciuti che, se valorizzati e promossi, potrebbero diventare una sorta di “attrattiva” per visitatori e turisti, sia locali che provenienti da altri posti. Uno tra tanti è l’esempio di Terni, città natale di San Valentino, dove ogni anno il 14 febbraio nella basilica dedicata al martire si ritrovano centinaia di coppie provenienti da tutta Italia. In realtà però le spoglie del santo si trovano a Senigallia dal 1807, quando furono tratte dalle catacombe di Santa Priscilla in Roma. Durante il pontificato di Pio IX, infatti, il Vicario di Roma donò le sue reliquie al cardinale Domenico Lucciardi (morto a Senigallia nel 1864) che, a sua volta regalò alla chiesa del Carmine, attualmente chiusa per lavori di manutenzione. Al suo interno, sotto l’altare maggiore, è collocata un’urna con la reliquia del santo di Terni.
Al sopra citato Pio IX è dedicato a Senigallia il museo, ubicato nel Palazzo Mastai Ferretti, antico edificio risalente alla fine del XV secolo, abitato dai Mastai fin dal 1557, che rientra nella tipologia della “Casa Museo”. Aperto al pubblico il 13 maggio del 1892 su iniziativa di Cristina Mastai Ferretti, in occasione del primo centenario della nascita di Giovanni Maria Mastai Ferretti, divenuto Papa con il nome di Pio IX (1792-1878) è articolato negli ambienti dove nacque il pontefice e dove egli era solito ritornare per i suoi soggiorni senigalliesi. Raccoglie ritratti, dipinti, mobili, stampe, medaglie, monete, volumi, lettere autografe, oggetti diversi, tutti attinenti all’attività e alla vita del pontefice.
Corinaldo è celebre per aver dato i natali a Santa Maria Goretti e ancora intatta è la casa dove nacque e visse “Marietta” fino al momento della partenza per Nettuno, insieme alla sua famiglia. L’edificio sorge poco distante dal centro storico del paese, in Contrada “Pregiagna” ed è facilmente raggiungibile da auto e pullman. Conserva al suo interno gli ambienti modesti ma dignitosi dove la santa trascorse parte della sua vita.
A Ostra, poco distante dal centro storico, si trova il Santuario della Madonna della Rosa. In questo luogo sorgeva già un’edicola con l’immagine dipinta della Madonna che tiene nella mano sinistra una rosa. Per tale motivo i fedeli cominciarono a invocarla col dolce titolo di “Madonna della Rosa”. La tradizione racconta che nel maggio del 1666 una fanciulla portò in dono un giglio, che rimase fresco e profumato per mesi, come se fosse stato appena raccolto. Così folle di devoti cominciarono a recarsi in pellegrinaggio davanti all’edicola prodigiosa e i miracoli iniziarono a moltiplicarsi. Allora l’edicola venne sostituita da una cappella ispirata alla Santa Casa di Loreto, le cui pareti sono oggi piene di ex voto per le tante grazie ricevute nel corso del tempo.
A Serra de’ Conti il complesso del Palazzo Comunale ospita il Museo delle Arti Monastiche “Le Stanze del Tempo sospeso”, che raccoglie in ambienti di grande suggestione i reperti di cultura materiale appartenuti al vicino Monastero di S. Maria Maddalena. Al suo interno i visitatori sono accompagnati da un percorso teatrale audioguidato. Attraverso il racconto di piccoli avvenimenti quotidiani, si ripercorrono le tappe fondamentali della storia del monastero e dalla vita claustrale, in un periodo compreso tra il secolo XVI e il secolo XX.
Negli ultimi tempi si è sviluppata nel mondo e in Italia anche una nuova curiosa tendenza: il necroturismo o turismo cimiteriale. In alcuni casi, come per i cimiteri monumentali, si tratta di veri e propri musei a cielo aperto, nei quali sono esposte opere di arte funeraria di grande valore. Monumenti, sculture, mausolei, cappelle, rappresentazioni che fanno riferimento a vari stili artistici e architettonici e incarnano la cultura e la storia di varie epoche e personaggi. E’ il caso del cimitero ebraico di Ancona, nel Parco del Cardeto, considerato uno dei più antichi d’Europa.
Questi sono solo alcuni spunti da cui poter partire per una valorizzazione più ampia del nostro territorio. Occorrerebbe una collaborazione tra enti locali, associazioni, diocesi e parrocchie in modo da creare un circuito che favorisca la promozione dei luoghi a 360 gradi.
Barbara Fioravanti