La memoria di quanto siamo stati
In questo tempo di generale preoccupazione, vogliamo porre l’attenzione su una bella realtà del nostro territorio, il Museo della Mezzadria Sergio Anselmi, che, sebbene ora sia chiuso al pubblico, continua a organizzare attività culturali da proporre non appena la situazione lo renderà possibile. Abbiamo chiesto alla direttrice, la Prof.ssa Ada Antonietti, di parlarcene. Il Museo di Storia della Mezzadria Sergio Anselmi di Senigallia fin dalla sua apertura nel 1978 è diventato uno straordinario punto di riferimento e di documentazione per conoscere la quotidianità di vita e di lavoro nelle campagne marchigiane fino alla prima metà del Novecento. In trenta ambienti, con circa 2000 oggetti esposti, è possibile ritrovarvi lo strumentario di lavoro per le colture prevalenti della nostra regione: innanzitutto grano, vite, olivo, ma anche granoturco, barbabietola, canapa, per non parlare poi dell’allevamento del baco da seta e altro.
Che cos’è la mezzadria e perché proprio la sua storia definisce il Museo?
Su questo ha scritto pagine imprescindibili lo storico Sergio Anselmi, ideatore e organizzatore scientifico del Museo che a lui è intitolato. Anselmi ha voluto creare un Centro che documentasse non solo attraverso gli oggetti ma con libri, documenti, fotografie la mezzadria, cioè quel contratto tra un padrone e un contadino detto di mezzadria perché divide a metà, tra i due contraenti, gli oneri e gli utili derivanti dal lavoro nei campi. Il padrone è il proprietario di una casa colonica con annesso campo da coltivare, il contadino è il mezzadro che accetta, con tutta la sua famiglia, di coltivare e curare quel campo, di allevare il bestiame e di abitare in quella casa. Un contratto ormai superato da tempo, ma sul quale si è intessuta la storia della regione Marche fin dal XIV – XV secolo e che ha saputo creare quella armonia di paesaggio agrario che purtroppo nel tempo si sta deteriorando.
Sono previste attività culturali nell’immediato?
Non c’è dubbio che dobbiamo fare i conti con questa tremenda pandemia, ma siamo fiduciosi che se non prima almeno a luglio ci si possa ritrovare nel chiostro del Museo come è accaduto con successo e in sicurezza anche la scorsa estate con la mia mostra sulla Liberazione di Senigallia. E quindi per questa estate 2021 stiamo da tempo preparando con Giovanni Garofolini, che ne è stato a lungo capocantiere, una mostra storico documentaria sul Cantiere Navalmeccanico di Senigallia, del quale non è rimasto più nemmeno l’edificio. Siamo sempre attenti alla storia della nostra città, ma siamo anche certi che potremo a breve riorganizzare non solo il concerto tradizionale estivo, ma gli incontri culturali, soprattutto Uomini e paesaggi – Un aperitivo al Museo, con i quali abbiamo inteso promuovere in tanti anni la conoscenza di storia, tradizioni e trasformazioni della società, del territorio, del mondo agricolo. Grazie a tutti per l’attenzione evi aspettiamo al museo!