Mani per i poveri
Domenica 15 novembre è la Giornata mondiale dei poveri. Ne abbiamo parlato anche in diocesi.
La freddezza dei numeri, l’intensità della disperazione, il calore della vicinanza. Quando Giovanni Bomprezzi, vicedirettore della Caritas diocesana, introducendo l’incontro on line con il card. Matteo Zuppi, vescovo di Bologna, ha snocciolato alcune cifre sugli interventi caritativi nella nostra realtà, l’effetto è stato immediato. 142% in più di aiuto economico (per pagare bollette, affitti, spese impreviste, ecc.); 137% in più di aiuti concreti (pacchi alimentari, vestiti, ecc.) e ben 62 persone che si sono rivolte alla cooperativa ‘Undicesima ora’, rimaste senza lavoro a causa della pandemia ed inserite in percorsi professionali, per un investimento pari a 170.000 euro. Leggere e commentare le parole del Papa per la Giornata dei poveri, come ha fatto il card. Zuppi con la sua solita efficacia, impreziosita da brio e sorrisi di speranza, dopo questa impietosa cornice iniziale ha un altro spessore. I messaggi vanno letti, certo, interiorizzati e fatti conoscere proprio perché siano il tessuto ideale che riveste scelte intelligenti e coraggiose, prese di posizioni, azioni di giustizia possibili e necessarie. Ad ogni livello. Ed è significativa la coincidenza dell’incontro (visibile sui canali social della nostra diocesi) con la presentazione del Rapporto nazionale Caritas.
In Italia la povertà e la disuguaglianza vanno a braccetto e in questo periodo crescono in modo abbastanza allarmante. Sembra quasi che si stia scavando un fosso tra persone più o meno abbienti. Così le persone più vulnerabili faticano a recuperare. Anche a livello nazionale, nell’ultimo anno, il numero dei poveri assistiti è cresciuto molto: gli utenti approdati ai centri d’ascolto sono aumentati dal 31% al 45% e si conferma la debolezza atavica di alcune categorie: famiglie numerose e quelle con figli minori, i cittadini stranieri, i cittadini con una minore istruzione. Inoltre sono emerse altre forme di vulnerabilità. Queste, originate durante l’isolamento, segnano un nuovo elemento di disagio che è più difficile da individuare perché si nasconde tra le mura domestiche, nei silenzi delle persone, nell’interruzione dei rapporti: sono esplosi il disagio psicologico-relazionale, i problemi connessi alla solitudine e di forme depressive, cresciuti rispettivamente dell’86,4%, dell’82,2% e del 77,5%.
“L’amore fa vedere”: il card. Zuppi, prendendo spunto dal messaggio del Papa per domenica 15 novembre p.v. e dalla splendida ultima enciclica ‘Fratelli tutti’, sollecita uno sguardo nuovo. Perché la povertà continua ad esserci, non è mai uguale a se stessa. E chiede cura.
Laura Mandolini