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Piano antenne: «Troppo poco tempo perché i cittadini di Senigallia possano informarsi»

L'antenna per le telecomunicazioni installata a Marzocca di Senigallia

Oggi parliamo del regolamento comunale per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti di telecomunicazioni e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, in sostanza il piano antenne. Che cosa prevede innanzitutto? Alcune misure per appunto assicurare la tutela della popolazione in merito a quest’esposizione prolungata ai campi elettrici e elettromagnetici, la migliore copertura per fornire agli utenti un servizio di qualità diciamo ottimale e quindi definire anche la localizzazione dei siti idonei a ospitare le strutture nel rispetto del principio di minimizzazione degli impianti dell’inquinamento elettromagnetico. Ora parole molto tecniche in questa puntata, cercheremo di tradurle con il capogruppo del partito democratico in consiglio comunale Dario Romano. L’intervista sarà in onda lunedì 18 e martedì 19 novembre alle ore 13:10 e alle ore 20 e domenica 24 alle ore 16:50, il primo di tre servizi. L’audio è disponibile anche in questo articolo, basterà cliccare sul tasto riproduci del lettore multimediale. In fondo a questo testo sono scaricabili i documenti relativi al piano antenne 2022-24.

Parliamo del piano delle antenne che è stato presentato dal comune di Senigallia in commissione per cui ci sono alcuni giorni ancora per presentare delle osservazioni. Cosa prevede?
Questo piano delle antenne di fatto prevede una regolamentazione, una regolamentazione più stringente data dal legislatore e adesso applicata quindi a livello comunale per capire dove si possono installare delle antenne, che tipo di antenne, quindi una sorta di programmazione, pianificazione quindi di per sé è assolutamente una cosa buona e aspicabile. Prima infatti le normative erano meno stringenti nel senso che non c’era questa regolamentazione prevista, ossia non era obbligatoria e quindi si valutavano le richieste di volta in volta, quindi questo poteva creare ovviamente delle criticità. Quindi di per sé l’iniziativa di dotarsi di un regolamento comunale legato alla programmazione per l’installazione delle antenne è una cosa positiva.

Prevede quindi degli obblighi per le aziende che vogliono, che vorrebbero installare dei ripetitori nel territorio comunale oppure soltanto dei pareri non vincolanti da parte dell’amministrazione comunale?
No, diciamo che questo piano permetterà da un lato all’amministrazione comunale di dare delle zone certe dove si può procedere con l’installazione attraverso ovviamente i procedimenti amministrativi che lo richiederanno. Tra l’altro anche gli stessi operatori che dovranno cercare delle zone idonee per poter installare le proprie antenne avranno una sorta di piano e di mappa comunale che permetterà di veloceggiare di molto appunto le procedure perché si dovranno attenere a quel piano.

E’ applicabile sin da subito oppure quali sono i tempi per la sua entrata in vigore?
Allora in realtà questo piano è in discussione da quest’estate per il comune di Senigallia, è un piano che ha avuto una gestazione di circa un paio d’anni, forse anche qualcosa in più ed è stato redatto assieme a dei consulenti e a un’azienda che si occupa di questo a livello nazionale, un’azienda devo dire anche molto strutturata con dei consulenti di altissimo livello. Da questo punto di vista poi in seguito alle commissioni che si sono effettuate deve partire una fase di osservazioni, quindi una fase di chiamiamolo dibattito pubblico, ma in realtà il dibattito pubblico non è e poi su questo ci arriveremo, dove i cittadini possono, chiaramente cittadini, aziende, qualunque attore coinvolto può presentare delle osservazioni a questo piano. Dopodiché si torna in aula in consiglio comunale per approvare il piano anche con ovviamente le osservazioni acquisite e le contraddeduzioni dell’amministrazione.

Quindi c’è tempo fino al 30 novembre per appunto presentare queste osservazioni da parte di tutte le persone che possono essere interessate e poi si va in consiglio comunale. Perché non è stato previsto nessun dibattito pubblico?
E’ proprio il vulnus di questa pratica: è a livello di metodo che questa amministrazione che si è presentata come l’amministrazione del dialogo, della partecipazione, della trasparenza che in realtà fa acqua da tutte le parti perché non è possibile che da Luglio a questa parte l’amministrazione non abbia messo in programma, in cantiere, una decina di assemblee pubbliche sia nel centro storico che nelle frazioni e non si può andare sui territori solo per farsi dire quanto sia bravi e belli dopo aver rifatto l’asfalto della via. Qui invece c’è una procedura che chiaramente da un punto di vista formale può essere anche rispettata, ma un dato su tutti è che la proroga sulla tempistica per presentare le osservazioni è stata concessa solo perché c’è stata un’azione dell’opposizione nello specifico della consigliera Bomprezzi che ha evidenziato che erano stati dati effettivamente solo 10 giorni a tutta la popolazione della cittadinanza per fare delle osservazioni. Ecco su questo denunciamo politicamente in maniera molto forte la totale assenza dell’amministrazione e chiaramente quando si tratta di affrontare temi complessi da spiegare alla popolazione è latitante, quindi amministrazione non pervenuta come segnale in questo caso di uno smartphone.

L’assessore all’ambiente Elena Campagnolo, una delle ecco delle accuse politiche mosse in questi giorni, ha replicato che questo regolamento è pensato per proteggere salute e paesaggio. Il piano rientra in questi criteri?
Allora in linea generale il piano ha questo obiettivo, sì lo confermo, il problema che l’assessore non menziona è che i ritardi da un lato nel predisporre questo piano e la mancata partecipazione dei cittadini rischiano di commettere il delitto politico perfetto perché poi i cittadini si troveranno tutta una serie di antenne sul quale non hanno potuto interloquire, non conoscono, non sanno e la mancata spiegazione da parte dell’amministrazione comunale che redige questo piano lascerà ancora più dubbi rispetto alle operazioni che vengono messe in campo. Pensiamo all’antenna del cavallo, è l’esempio precedente al piano delle antenne su come non dovrebbero essere trattati questi procedimenti amministrativi. Qui non si tratta di negazionismo sul bene o male che possano fare le antenne, parliamo di una collocazione precisa nell’ambito di un territorio comunale che poteva essere spostata di poche decine di metri se si fosse affrontata la questione con l’attenzione politica necessaria che invece non ha avuto.

Quindi secondo voi c’è stato una rincorsa diciamo perlomeno un tentativo di far passare con questa pratica nel silenzio prima ancora di appunto affrontare la questione oppure c’è stato proprio un modo sbagliato di affrontarla?
In realtà c’è stata una rincorsa perché se andiamo a vedere il percorso pubblico di questa pratica si è aperto a luglio e a luglio noi avevamo in piena discussione la questione dell’antenna del cavallo quindi l’amministrazione per non dico per gettare il fumo negli occhi ma probabilmente per far vedere che si stava muovendo dice “no ma in realtà stiamo facendo il regolamento comunale dell’antenna”, ok però le situazioni come quelle dell’antenna del cavallo non sono state affrontate propriamente e adesso tra l’altro siamo di fronte al ricorso al TAR da parte di un gruppo di cittadini e questa è una situazione che si dovrebbe sempre evitare soprattutto e a maggior ragione dall’amministrazione che dice di voler eliminare il contenzioso qui invece lo si è creato.

Questo termine del 30 novembre è sufficiente per una presa di coscienza?
E’ decisamente non sufficiente, è un piccolo palliativo il fatto di aver esteso di ulteriori giorni la scadenza delle osservazioni ma qui il vero problema è che se l’amministrazione comunale non si fa carico di andare sui territori, ogni frazione, spiegare quello che verrà fatto, perché verrà fatto e dove verranno collocate potenzialmente le future antenne, ci sarà sempre una mancata informazione al cittadino.

Dario Romano
Dario Romano

Un’altra questione sempre in tema di partecipazione, l’amministrazione ha detto di aver sempre accolto suggerimenti utili, oltre ad aver già previsto successivamente incontri pubblici per spiegare ogni dettaglio: cioè si va a spiegare la pratica dopo una sua eventuale approvazione, siete d’accordo? Assolutamente no, perché il metodo è proprio quello sbagliato, prima si impone un regolamento all’interno dei percorsi istituzionali previsti dicendo le carte sono a posto, ma la realtà politica è che questa condivisione non c’è stata, non si condivide qualcosa dopo che si è fatto, lo si trasmette, lo si può comunicare, ma non si condivide. La condivisione è un’altra cosa e questa amministrazione ahimè ci sta rendendo participi di diverse situazioni dove la condivisione non c’è stata. L’ultimo esempio di tutti è il nuovo ponte Garibaldi, ha voce diretta in capitolo ma sicuramente sentendo le voci della popolazione si accorgerebbe facilmente che quel ponte non è assolutamente ben visto dalla stragrande maggioranza della popolazione e dovrebbe trasferire queste preoccupazioni alla regione e alla struttura commissariale.

Voi come gruppi consigliari di opposizione presenterete insomma qualche emendamento a questo regolamento, qualche osservazione, presenterete qualcosa? Come vi state muovendo?
Su questo stiamo valutando, ovviamente è una materia molto tecnica quindi cercheremo di capire se avvalerci anche noi di qualche esperto in materia. Noi non abbiamo dubbi sul contenuto nel senso che chi lo ha redatto è dotato di una grande professionalità e competenza e quindi immagineremo che anche qualsiasi emendamento migliorativo dovrà essere comunque validato da una struttura specializzata. Ma al di là di questo, ripeto, il vero problema è che non si è andati sui territori a spiegare a 45 mila abitanti quello che succederà nei prossimi anni, ce ne sono diversi preoccupati sul tema della salute ed è lì che l’amministrazione deve dare rassicurazioni, certezze e spiegare i percorsi. Bisogna avere anche questa responsabilità quando si governa e qui ovviamente è venuto a mancare in maniera pressoché totale. Dovremo capire anche noi come porci in consiglio comunale e se si può emendare in maniera migliorativa da un punto di vista della partecipazione questo regolamento.

Negli anni passati non c’è stato tutto questo dibattito sul piano delle antenne, su qualsiasi decisione relativa alle antenne all’installazione dei pali per le telecomunicazioni. Allora in questo senso come mai in questo momento è venuto fuori tutto questo dibattito? State sollevando un polverone per nulla oppure c’è davvero una questione tecnica di fondo che appunto riguarda la salute e non è stata ancora sviscerata a dovere?
In realtà c’è una questione perché questa situazione del piano delle antenne si è venuta a sviluppare negli ultimi anni, perché la normativa è cambiata. Se poi ti dovessi dire sulle antenne che il dibattito in passato non c’è mai stato o c’è stato in maniera diversa, potrei dire che non è così perché se penso all’antenna delle saline seguita dal consigliere Paradisi oppure dell’antenna su Montesolazzi, capiamo come quei temi legati appunto alla salute e alla spiegazione di alcune pratiche e della complessità delle stesse effettivamente c’è sempre stato, quindi è strumentale da parte dell’amministrazione comunale dire “ah ma ve ne state occupando adesso o non ve ne siete occupati in passato?” In realtà no, in passato chi c’era e governava l’ente comune si è fatto carico di spiegare delle situazioni e a volte si è anche deciso di non procedere.

SCARICA E LEGGI I DOCUMENTIPIANO ANTENNE (pdf – 237 KB) E RELAZIONE TECNICA (pdf – 3,9 MB).

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