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«Troppi dubbi su questa proposta del gestore unico dei rifiuti, qualcosa non torna»

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Nuova puntata di “Venti minuti da Leone”, stesso tema della precedente: parliamo di rifiuti e precisamente della proposta di delibera dell’Assemblea ATA, con cui si andava ad esaminare il progetto presentato da Ancona Ambiente che si candida come gestore unico per i rifiuti della provincia di Ancona. Andiamo a sentire le voci dell’assessora all’ambiente del comune di Senigallia Elena Campagnolo e del sindaco del comune di Morro d’Alba Enrico Ciarimboli. L’intervista sarà in onda su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM) venerdì 8 e sabato 9 novembre alle ore 13:10 e alle ore 20, mentre domenica 10 lo sarà a partire dalle ore 16:50 (terza intervista di tre). E’ disponibile inoltre cliccando sul tasto play del lettore multimediale in questo articolo dove è presente anche il testo integrale dell’intervista.

I punti fondanti il no di Senigallia alla proposta di delibera dell’Assemblea ATA del 27 settembre scorso.
Non abbiamo mai detto ovviamente no alla proposta di gestione in house, questo in primis. Noi ovviamente siamo molto perplessi sulla scelta, cioè quella di Ancona Ambiente, e quindi sulla scelta di prendere una società di cui alcuni comuni fanno già parte e che quindi sarebbe in qualche modo diciamo per altri comuni come Senigallia un po’ discriminante ecco da quel punto di vista.

Su questo punto dell’affidamento ad una società di cui non fanno parte tutti i comuni, quindi la soluzione che si potrebbe intravedere allora qual è? Che tutti i comuni entrino in Ancona Ambiente o che si costituisca una nuova società oppure che si affidi ad un privato?
Potrebbe essere che si possa costituire una nuova società, che possa in qualche modo essere una società con partecipazione, pubblico privato, che funziona molto in questo momento. Insomma le soluzioni sono molteplici. Sicuramente quello di prendere una società come Ancona Ambiente che comunque delle problematiche abbiamo visto nel corso degli anni le ha, non la riteniamo la scelta più oculata possibile. Dopodiché sulle scelte tecniche siamo molto perplessi perché anche quella di prelevare dei mezzi dagli esistervizi piuttosto che da altre società che dovrebbero entrare con Ancona Ambiente e quindi si va a prelevare dei mezzi che probabilmente sono già in forte disuso, cioè nel senso che sono obsoleti già in questo momento e noi andiamo a comprarli. Ecco anche questa è una scelta abbastanza discutibile che fa Ancona Ambiente.

Muovete delle osservazioni proprio sul piano industriale presentato da Ancona Ambiente?
Sì, anche sul servizio perché probabilmente non so quanta accortezza possa avere Ancona Ambiente nel fare un servizio e prendo appunto Senigallia che sappiamo bene cosa succede a Senigallia durante l’estate quando triplica ovviamente le presenze, quanto è importante avere un servizio efficiente, quanto è importante avere un servizio che dia risposte immediate che già abbiamo difficoltà perché magari in questo momento abbiamo un servizio anche tarato su una gara fatta dieci anni fa che tra l’altro è la considerazione da cui è partita Ancona Ambiente quindi per quanto riguarda Senigallia, quindi gli aspetti tecnici che riguardano la raccolta di Senigallia ci preoccupa effettivamente molto e ci sarebbe molto da capire, da discutere e da approfondire, questo non è un dire assolutamente no alla gestione né di Ancona Ambiente né della gestione in house, semplicemente vogliamo delle sicurezze in più che in questo momento però non ci vengono date. Io mi riferisco proprio al servizio, al servizio come viene svolto in questo momento, Ancona Ambiente probabilmente è tarata su comuni molto più piccoli o su Ancona ma Ancona non fa la raccolta porta a porta, quindi abbiamo perplessità sul fatto che il servizio possa essere garantito specificatamente come viene svolto in questo momento a Senigallia, non vorremmo doverci ritrovare a ritornare indietro su alcune scelte che sono state fatte anche in passato, come quello della porta a porta molto spinto.

Quindi qual è una soluzione che si potrebbe trovare al momento adesso?
Io quello che aspetto è un dialogo ovviamente tra il nostro sindaco e in primis il sindaco di Ancona, che so che ci sono già stati insomma delle perlofuzioni anche in questi giorni e ovviamente con il presidente di Ancona Ambiente che dovrà rispondere a delle domande penso più che legittime poste dal comune di Senigallia.

Se la maggioranza dei comuni dovesse votare per andare avanti con la proposta di Ancona Ambiente, Senigallia che cosa può fare?
Quello che si può fare lo vedremo ovviamente nel corso delle prossime settimane, però sicuramente in questo momento c’è anche un problema penso legale, si deve affrontare quello dei ricorsi presentati dai gestori che in questo momento gestiscono la raccolta dei fiuti, sia Marche e Multiservizi che mi sembra abbiano presentato entrambi un ricorso che ovviamente dovremo attendere, questo senza dubbio.

Secondo voi insomma il momento non è quello opportuno per poter andare avanti con questa proposta?
Abbiamo necessità di avere delle risposte, che penso però che sia il sindaco di Ancona che i presidenti di Ancona Ambiente possono tranquillamente fornirci, dopodiché quando le nostre perplessità vengono dissolte da delle rassicurazioni che sicuramente saranno in grado di fornire, io penso che la problematica non esista, perché ripeto Senigallia non è contro la società in house, è semplicemente perplessa sulla modalità e la scelta di Ancona Ambiente.

Rimanendo fermo questo progetto industriale, ci saranno dei costi aumentati per Senigallia?
Sicuramente ARERA a livello nazionale ha già espresso alcune considerazioni, tra cui quella che entro il 27 si dovrà passare alla tarifazione puntuale e questo è un primo aspetto che non è da sottovalutare. L’altra questione sicuramente importante è che con il passaggio ad Ancona Ambiente anche la Tari passerebbe direttamente dai comuni che in questo momento gestiscono questo servizio, passerebbe direttamente a Ancona Entrate e anche questo per quel che ci riguarda potrebbe sollevare delle problematiche, perché in questo momento Senigallia deve far fronte a un 18% di entrate fondamentalmente di cittadini che non riescono per x motivi a pagare quello che è dovuto e il comune con ovviamente tutte le difficoltà del caso però cerca di appianare la situazione, dopodiché togliendo questo servizio dall’aspetto comunale e prevedendo che nel piano industriale Ancona Ambiente vuole rientrare con un 5% di insoluto e quindi avere solo appunto il 5% di non riscosso, avremo anche questo problema ulteriore, cioè che il resto della tariffa non paga verrà ovviamente spalmato sul resto dei cittadini, quindi con l’incremento di digitare di tutti i cittadini, questo è un dato di fatto, anche su questo insomma abbiamo delle perplessità perché riteniamo che non sia congruo quel 5% che loro dichiarano, pensiamo sia molto più congruo un 15, 16, 18% come è fondamentalmente quello che in questo momento si verifica nel comune.

Queste erano le parole dell’assessora all’ambiente del comune di Senigallia Elena Campagnolo, ora passiamo a quelle del rappresentante dell’altro comune che ha detto no a questa proposta di delibera, il comune è Morro d’Alba, il sindaco è Enrico Ciarimboli.
Al momento non ritengo che sia la soluzione migliore per la gestione dei rifiuti sul territorio provinciale, diciamo che noi abbiamo vissuto ormai qualche lustro di esperienza su questo, cioè sul tentativo di costruire un soggetto abilitato alla gestione dei rifiuti in ambito provinciale nella modalità in house, quindi una società che fosse partecipata esclusivamente dal pubblico, sono stati fatti due tentativi precedenti che non sono andati a buon fine per l’individuazione del soggetto, quindi non tanto dello strumento dell’in house, abbiamo fatto un tentativo che è stato fatto in penuti coinvolgendo Viva Servizi, l’ex multiservizi, quindi questa società partecipata, ben consolidata, a cui tutti i comuni partecipano, è già esistente e non è andata a buon fine. Io ho l’impressione che noi poi ci siamo focalizzati su, diciamo, il dito e non sulla luna, cioè il problema che è stato affrontato in questi anni è stato come costituire una società che potesse essere legittimata a gestire il servizio e non qual è la soluzione migliore per gestire il servizio in maniera efficiente e economicamente più sostenibile possibile per i nostri concittadini. Allora io penso che la situazione trovata di Ancona Ambiente, che accorpa o ingloba in qualche maniera le varie società partecipate presenti sul territorio e cede le quote ai comuni non partecipanti e va a realizzare questo intervento, secondo me ho qualche dubbio che sia in grado di gestirla in maniera efficiente come qualità del servizio, ma sul piano economico mi lascia veramente molto perché quando si va incontro a degli accorpamenti di società in genere si fanno dei ridimensionamenti, quando si fondono due società in genere c’è come dire qualche taglio per efficientamento. Se l’obiettivo che si ha è quello di salvaguardare le esperienze già presenti sul territorio di società in house, che siano di Osimo, che siano di Jesi, che siano di altre realtà, l’obiettivo, questo è evidente, è quello di salvaguardare che cosa? Il livello cooperazionale, salvaguardare il know-how, salvaguardare soprattutto il consenso per certi aspetti in maniera molto chiara, tutto questo è incompatibile con l’efficienza economica di un servizio, leggendo la proposta che è stata fatta a punto di vista economico non la ritengo la più conveniente per i nostri concittadini e quindi anche per le amministrazioni, ma la mia posizione negativa non nasce con l’ultima delibera, io anche nelle ultime assemblee nel corso del 2024 ho sempre votato contro alle proposte che progressivamente andavano verso o proroghe o comunque consolidamento di questa scelta, proprio perché io ne ho letto nei documenti una non rispondenza alle esigenze di economicità e funzionalità per la gestione dei rifiuti.

Questo progetto di accorpamento, perché Jesi servizi CIS, Sogenus dovrebbero confluire proprio i loro rami aziendali in Ancona Ambiente, mentre Ecofon Conero verrebbe inglobata per fusione, poi dovrebbero essere appunto fatti dei passi anche per acquisire i rami di Marche Multiservizi, tutto questo progetto qua secondo lei non è sostenibile?
Io fondo due società, le faccio per ottimizzare, quindi in genere le faccio per fare delle economie di scala, per aumentare l’efficienza e l’aumentare l’efficienza inevitabilmente comporta anche il ridimensionamento delle compagini, se invece l’obiettivo è quello poi di ogni realtà proprietaria è quella di salvaguardare il proprio assetto, la propria struttura, i propri dipendenti e quant’altro vuol dire che questa operazione non viene fatta con i presupposti dell’economicità e dell’efficienza, tanto più consideriamo che noi andiamo a fare un’esperienza per cui Ancona Ambiente in quanto tale, giuridicamente parlando, va a quadruplicare le sue dimensioni in 24 mesi neanche, ora io vorrei vedere quale società sul territorio soprattutto partecipata ma in generale anche nel mercato sia riuscita a fare l’incremento del 300% in 24 mesi e come è stata capace di gestire questo processo, perché non è un processo semplice, non è che stiamo facendo operazioni che non hanno delle complessità perché poi qui il servizio è molto ben articolato, deve essere anche potenziato rispetto ai servizi che abbiamo fatto fino adesso, il piano di ambito è complesso, quindi la vero molto complicata per una struttura recuperare una dimensione così ampia in 24 mesi rimanendo pienamente efficiente.

Che tempistiche son previste?
Il cronoprogramma che è stato già sveltato da qualche mese prevedeva tutti i comuni che sono serviti da partecipate o comunque che sono già pronti ad entrare nei servizi della nuova Ancona Ambiente nel 2025 e i restanti entrare nel 2026. Nel 2027 entra a regime il metodo delle tariffe, entra a regime il calcolo del costo del servizio per l’utenza quindi per il cittadino non più sulla tari ma sulla tariffa, sulla tariffa puntuale sostanzialmente. E questo apre tutto un altro scenario ancora più complicato perché mentre adesso con la tari ogni singolo comune che gestisce l’imposta le paga un servizio alla società che svolge appunto il servizio poi dal 2027 viene equiparato a un servizio di utility quindi come l’erogazione del gas o dell’acqua per cui il gestore che è in questo caso potenzialmente Ancona Ambiente fornisce un servizio al singolo utente e che paga il servizio in base a quanto ne usufruisce. Questa misurazione puntuale deve essere gestita appunto da questo soggetto unico d’emblée sostanzialmente. 2025 parziale 2026 totale su tutto il territorio provinciale 2027 col sistema di tariffazione puntuale.

Quindi diciamo tre passaggi davvero importanti.
Tre step diversi. Ora stiamo ragionando ancora una volta del gestore. In realtà questo probabilmente c’è un vulnus a monte che dipende dai sindaci stessi che nel 2021 approvando il piano si sono dati degli obiettivi per cui hanno stabilito che deve essere gestito con un gestore unico prima possibile quindi potrebbe essere il gestore unico in house o come potrebbe essere per una gara. Sono due alternative ma la forma complessiva di un gestore unico per tutto il territorio provinciale rimane e che dal 2027 si partisse con la tariffa puntuale. Io l’ultima assemblea dei sindaci ho proposto di rivedere questo trono programma per cui apposta dico secondo me abbiamo focalizzato troppo sul dito e poco sulla luna nel senso che ci siamo focalizzati sullo strumento e non sul servizio perché secondo me va rivisto il trono programma che ci siamo dati come sindaci per l’organizzazione del servizio. Non abbiamo non ci sono più tempi per andare a un gestore unico l’anno prossimo indipendentemente dalla forma e alla tariffa puntuale dal 2027. Secondo me non ci sono le condizioni che possono rendere efficiente il servizio. Sono tempi troppo stretti e vanno prolungati.

Per quanto riguarda le soluzioni alternative quindi lei propone una prologa della situazione in essere finché non si arriva a che passaggio alla tariffa puntuale?
La proposta che ho fatto ai sindaci di ipotizzare uno svettamento decennale diciamo per quanto riguarda la gestione diciamo del gestore unico per cui ci sia una fase in cui tutti i comuni che hanno una società in house possono ipotizzare di fare una fusione nell’arco di cinque anni di questo soggetto continuando a gestirlo in house. Gli altri soggetti che sono gestiti in una società esterna si fa una gara unica come ATA per servire tutti i comuni. Per arrivare poi intanto il gestore in house si consolida in uno step intermedio, non passa subito dal 25 al 100 per cento del territorio e quindi ha un modo di consolidarsi anche nella fase di fusione tra le varie società. Dopodiché fra dieci anni si sarà finito il percorso di una nuova gara, parliamo quindi del 2035, si va al gestore unico per tutto il territorio. Mentre per quanto riguarda la tariffa puntuale uno slittamento almeno di cinque anni al 2030 così si possa fare un lavoro di armonizzazione anche delle banche dati sul territorio. Oggi ogni comune ha il suo regolamento, ha il suo ufficio tributi, ha le sue banca dati software di gestione di tutta quanta quest’operazione perché comunque la tariffa rimane sempre agganciata al territorio, quindi al catastro, alle abitazioni, al numero di inquilini piuttosto che alle superfici degli immobili. Un soggetto esterno farebbe difficoltà a prendere tutte queste informazioni subito oggi dai comuni, dalle banche dati dei comuni e realizzare un sistema unico a livello provinciale. Bisogna avere un percorso probabilmente aggregativo dove per territori i comuni si mettono insieme nel gestire intanto la tariffa così com’è per poi avere delle banche dati che comunicano tra loro e mettono alla disposizione del gestore unico quando sarà il momento di passare alla tariffa puntuale. Questo è un modo secondo me logico e coerente per non creare troppi disservizi.

Il rischio qual è alla fine?
Che i cittadini paghino di più. Io ho fatto una stima che in due o tre anni la tariffa aumenterà nel 30% e nello stesso tempo la società se la andiamo a costituire così come è stata ipotizzata andrà in difficoltà perché sono state previste poche somme a copertura del mancato introito del tributo della Tari quindi secondo me ci sarà bisogno nel giro di due o tre anni se quest’operazione va in porto di un aumento le tariffe dei cittadini una parte e una ricapitalizzazione della società dall’altra perché secondo me i conti come si come sono stati fatti non importano.

Quindi c’è proprio ecco un ripensamento totale dell’intero comparto.
D’altronde noi stiamo ragionando a livello regionale questo è un’indicazione anche della regione ma le altre province non hanno fatto ancora questo step e noi saremmo i primi. Non vedo alcuna difficoltà nel ripensare non l’obiettivo ma il strano programma e il percorso da seguire per arrivarci.

Adesso qual è il possibile scenario? In senso questa proposta deve passare solo all’unanimità eventualmente oppure può passare anche con una maggioranza?
È previsto l’ottanta per cento e questo è passato. La delibera è stata impugnata al TAR, da alcune società che operano sul territorio quindi dalla Marche Multiservizi e dalla Rieco. Quindi bisogna vedere l’esito di questo percorso che inevitabilmente sarà sicuramente il TAR di Ancona, delle Marche e poi dopo il Consiglio di Stato. Dopodiché ogni comune deve portare in Consiglio l’acquisizione o l’accessione per fusione chi ci ha le partecipate o chi non le ha, non possiede quote, l’acquisizione delle quote e queste Delivere devono essere sottoposte al vaglio della Corte dei Conti. Quindi ci sono ancora tante problematiche in piedi per arrivare alla chiusura del percorso. Quindi quali sono gli scenari? Certamente se la delibera supererà questi ostacoli penso che sia il sottoscritto che il Sindaco di Senigallia avremo poco da mettere in gioco perché a quel punto credo che non ci resti che assecondare questo percorso. Ovviamente se non superano il vaglio della magistratura c’è poco da dire, si ritorna indietro e probabilmente a quel punto si passerà ad una gara di rilevanza pubblica europea per l’affidamento a gestore unico.

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