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Funzionante la prima vasca di espansione a Bettolelle di Senigallia

L'opera che permetterà all'acqua del fiume Misa di defluire in modo naturale nella vasca di espansione di Bettolelle in caso di piena

Due anni fa la gravissima alluvione che causò la morte di tredici persone e danni per oltre un miliardo di euro in tutta la vallata Misa-Nevola. A distanza di 24 mesi da quel 15 settembre 2022, oltre alle commemorazioni, sono terminati i lavori ed è entrata in funzione la prima vasca di espansione, situata nella zona tra Bettolelle e Brugnetto. Un’opera «attesa da 40 anni», che ha lo scopo di mitigare il rischio idraulico in un territorio già colpito da vari disastri naturali. Ieri, lunedì 16 settembre, c’è stato il sopralluogo da parte dell’assessore regionale alla protezione civile Stefano Aguzzi, del sindaco di Senigallia Massimo Olivetti, di Lucia Taffetani, dirigente del Genio civile Marche Nord, accompagnati da altri responsabili e consiglieri regionali, per fare il punto sui lavori e sull’intervento che dovrebbe rendere più sicura la città di Senigallia.

FUNZIONAMENTO, COSTI E TEMPISTICHE

La cassa di espansione permetterà di stoccare in modo naturale, grazie a un restringimento dell’alveo fluviale, circa 800 mila metri cubi di acqua. Quando il livello del fiume Misa, in caso di piena, salirà oltre una certa quota, l’acqua scivolerà naturalmente e senza necessità dell’intervento dell’uomo, nella vasca sulla sponda sinistra del fiume. Si riempirà progressivamente per poi andare a coinvolgere anche una seconda area i cui lavori sono in corso, per un totale di 1 milione di mc. La seconda parte dei lavori per l’ampliamento dell’area è già iniziata: dovrebbe terminare nel marzo 2025 per un ulteriore stanziamento di risorse pari a 975mila euro oltre ai 6 milioni già spesi. La cassa ha inoltre due bocche di scarico a due livelli distinti per permettere il rilascio graduale dell’acqua, una volta terminata la fase emergenziale. E questa operazione sarà meccanica o manuale. La cassa, le sponde e i sifoni di collegamento tra le due aree avranno bisogno dunque di una «costante manutenzione», per evitare che si intasino di fango ai primi utilizzi, come ha spiegato la dirigente del genio civile Marche nord, Lucia Taffetani.

I COMMENTI

L’assessore regionale Aguzzi ha rimarcato che finalmente, dopo 40 anni dalla loro ideazione, le vasche di espansione entrano in funzione. Il primo finanziamento risale infatti agli anni ‘80 con i fondi Fio (circa 4 miliardi di lire). «E’ uno dei tanti interventi – ha detto Aguzzi – previsti dall’assetto di progetto del fiume Misa adottato nel 2016 e porta un contributo significativo alla riduzione del rischio idraulico della vallata, ma sappiamo che se dovesse verificarsi un evento come quello del 15 settembre 2022, nemmeno dieci di queste aree potrebbero evitare un nuovo disastro». 

Soddisfatto il sindaco Olivetti che ha però sottolineato come siano ancora da risolvere (e le aspettative di dialogo con Regione e struttura commissariale nonché quelle su una positiva risoluzione sono alte) sia la possibile individuazione di un’area di laminazione naturale in zona Marazzana, sia la questione delle delocalizzazioni degli abitanti delle zone più a valle, magari con espropri che rendano conto del reale valore delle abitazioni.

Al sopralluogo erano presenti anche dei residenti di un condominio adiacente alla vasca di espansione, Villa Giannini, in zona Brugnetto, che avevamo intervistato (ASCOLTA L’INTERVISTA QUI), i quali hanno chiesto più sicurezza per la zona in cui il fiume è esondato più volte nel corso degli anni.

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