Roncitelli e la seconda guerra mondiale: un libro per conoscere la storia locale e quella di un padre – INTERVISTA
Nell’ultima intervista del programma “Venti minuti da Leone” è di scena la storia locale. L’ospite è Maria Laura Lucchetti che ha recentemente pubblicato un libro, “Il passaggio del fronte nel paese di Roncitelli”, in cui ha dato nuova luce ai manoscritti del padre, Renato Lucchetti, testimone dell’arrivo delle truppe polacche alleate e della “liberazione” dai tedeschi che erano già in ritirata. “Liberazione” tra virgolette perché…. lo saprete leggendo l’intervista in questo articolo, un estratto, mentre l’audio integrale è disponibile grazie al lettore multimediale qui presente. Ma l’intervista è in onda su Radio Duomo Senigallia-InBlu (95.2 FM) venerdì 23 agosto e sabato 24 alle ore 13:10 e alle ore 20, mentre domenica 25 ci sarà un’ulteriore replica a partire dalle ore 16:50 (la terza di tre interviste che vi raccomandiamo).
Partiamo dalle basi: chi era Renato Lucchetti?
Era un giovane nato a Roncitelli, un senigalliese doc, ha studiato qui e svolto anche alcuni anni di insegnamento al liceo classico di Senigallia negli anni ‘50. Era anche vicepresidente provinciale delle Acli e ha fondato le Acli a Roncitelli. Poi ha avuto una vita da viaggiatore, si è trasferito prima in Svizzera, poi negli Stati Uniti, una vita molto interessante di cui parlerò nel prossimo libro a cui sto lavorando tratto dai diari che mio padre ci ha lasciato.
Come nasce questo libro e perché è importante?
E’ un manoscritto redatto subito dopo il passaggio del fronte, avvenuto nell’agosto del 1944, quando le truppe polacche arrivarono a liberare Senigallia dai tedeschi che si stavano ritirando nelle colline tra Roncitelli e Scapezzano. Proprio il 9 agosto a Roncitelli vi fu una battaglia, con oltre 80 morti tra gli alleati e 200 tra i tedeschi. Quindi ha un’importanza storica rilevante perché fa luce su una battaglia messa sempre un po’ in ombra ma anche per chi vuole sapere come si sono svolti veramente i fatti in questa zona.
Come mai questo manoscritto è stato pubblicato 80 anni dopo la sua stesura?
Sapevo della sua esistenza perché era già stato citato in passato da alcuni storici, ma anche La Voce Misena lo pubblicò in dieci puntate tra il 1992 e il 1995. Ho saputo persino che una copia era appesa anche nella bottega dello storico calzolaio di Roncitelli, un riferimento per tutti i paesani. Dopo la morte di mio padre, abbiamo trovato il manoscritto e una serie di diari che ci hanno fatto conoscere un pezzo di vita di mio padre di cui non sapevamo nulla o quasi. Durante le chiusure legate alla pandemia, ho trovato il momento che cercavo per leggere questi materiali. Poi la pubblicazione è arrivata un po’ casualmente al 2024 e soprattutto al 9 agosto.
Cosa c’è scritto di così significativo?
Racconta i fatti visti con gli occhi di un ragazzo che qui era tornato da Roma e che qui aveva trovato tanti sfollati. Vengono descritti i giorni del passaggio del fronte nell’agosto ‘44 ma i fatti vengono narrati con uno stile che ti sembra di essere proprio lì di vedere avanzare le truppe alleate, di entrare nelle case e di partecipare al dolore delle persone. E’ un libro decisamente contro la guerra perché ti fa capire l’inutilità e la sofferenza legate alla guerra.
Perché i liberatori sono scritti con le virgolette “”?
Dal punto di vista dei roncitellesi, fino a che non sono arrivati gli alleati, nel paese non s’è sparato un colpo, quindi l’arrivo delle truppe polacche ha portato bombardamenti e combattimenti. Può sembrare strano ma la morte è arrivata durante il ritiro delle truppe tedesche: mio padre scrive proprio che “l’entusiasmo iniziale ha lasciato posto alla paura”.
Che effetto fa trovare documenti del proprio padre su aspetti della sua vita sconosciuti alla famiglia?
Mio padre era molto riservato ma scriveva tanto. Non ho problemi a dire che ho pianto leggendo quei documenti: di tante cose mi sarebbe piaciuto parlarne con lui. Però si può avere un chiarimento sul suo carattere, sulla sua flemma che non si scrollava di dosso nemmeno sotto i bombardamenti in Libia o durante il terremoto. Leggendo l’ho conosciuto sempre di più.
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