Aumentano d’estate gli accessi in ospedale a Senigallia: preoccupata la politica, tranquilla l’Ast
La sanità in affanno, la politica che fa proclami, la gente che denuncia disservizi e disagi. Sono questi gli ingredienti dell’ultimo “botta e risposta” sul tema che più di tutti è caro ai cittadini di qualunque colore politico: la sanità con i suoi servizi ospedalieri e territoriali. Ed è una sanità che deve fare i conti con numerose problematiche, normalmente più accentuate d’estate tra poco personale, ferie da godere e popolazione in aumento nelle città turistiche come Senigallia. Pochi giorni c’è stata l’ennesima segnalazione di cosa non va riguardo l’ospedale e i suoi servizi, in particolare con i lunghi tempi per le prestazioni al pronto soccorso di Senigallia, così come in altre città della regione Marche. Situazione resa più difficile dagli accessi legati al gran caldo di queste settimane, destinato a durare ancora per alcuni giorni.
Tema su cui è intervenuto anche l’ex sindaco della spiaggia di velluto Maurizio Mangialardi, oggi consigliere regionale e vicepresidente dell’assemblea legislativa marchigiana: «Purtroppo non stupisce che l’ondata di calore che sta investendo in questi giorni le nostre città stia facendo collassare i pronto soccorso della provincia di Ancona. I mancati investimenti e le carenze di organico rappresentano una costante degli ultimi quattro anni. Se poi ci aggiungiamo che i problemi di Torrette vengono scaricati sugli altri ospedali del territorio, aumentando le loro criticità, abbiamo la cifra esatta del fallimento sanitario targato Acquaroli-Saltamartini-Salvi. Tanto il personale sanitario quanto l’utenza, specie gli anziani e le persone fragili, continuano a vivere l’incubo che ha preso forma nel 2020, senza che vi siano segnali di controtendenza. Anzi, ciò che registriamo è un continuo peggioramento delle condizioni di lavoro del personale sanitario, con medici e infermieri costretti a sobbarcarsi ore e ore di straordinario per permettere ai colleghi di fruire delle ferie previste dal contratto. Un fenomeno che, inevitabilmente, porta a una ricaduta sulla qualità dei servizi, peraltro sempre più frequentemente esternalizzati a ditte private per svolgere attività assolutamente ordinarie».
Altro tema è quello del laboratorio analisi, su cui il comitato cittadino a difesa dell’ospedale di Senigallia interviene più volte. L’ultima dichiarazione è quella relativa alla nuova organizzazione del punto prelievi, con l’assunzione di operatori per un totale di quattro unità tra sportelli aperti al pubblico e attività amministrative “dietro le quinte”. «Il protocollo organizzativo in partenza a fine luglio prevede un accesso dalle 07:30 alle 09:45 del mattino di pazienti prenotati, fragili e urgenti pari a circa 150 persone a cui si aggiungono i paganti il ticket per un totale di oltre 200 operazioni giornaliere. Questo con 3 operatori, uno per sportello. Un altro operatore deve provvedere alla sistemazione cartacea delle impegnative e dei ticket, a chi spetta. E’ svolto in uno sportello a parte e comporta la spedizione dei referti ai punti prelievi esterni. Si evince quindi che la presenza fissa di quattro operatori è quella necessaria per far fronte ai carichi di lavoro del laboratorio e che l’assenza di uno di loro, anche per una semplice influenza, mette in affanno e provoca criticità al servizio. Ecco perché abbiamo avanzato la richiesta della quinta unità lavorativa».
Intanto dall’AST di Ancona, l’azienda sanitaria territoriale in cui è compresa Senigallia, sottolineano che «si è evidenziato oggettivamente un incremento di accessi presso i pronti soccorso di Senigallia e Jesi ma la situazione è sotto controllo e si stanno gestendo i flussi in maniera coordinata con i reparti anche attraverso i fast track ospedalieri. Le unità operative sono infatti a pieno regime in quanto a organico e stanno riuscendo a gestire gli accessi e le varie casistiche di accesso, alcune dovute anche al periodo estivo». Al pronto soccorso dell’ospedale di Senigallia, città a vocazione turistica, i dati sugli accessi sono in media con le precedenti stagioni estive, secondo l’Ast che snocciola alcuni dati. Lunedì 15 luglio, martedì 16 e mercoledì 17 gli accessi sono stati rispettivamente 102, 94 e 97, perlopiù codici azzurri e verdi, quindi a bassissimo rischio per la salute delle persone. L’azienda ha inoltre replicato a Mangialardi specificando di aver «da tempo provveduto al potenziamento degli organici e bandito avvisi e concorsi specifici per implementare il personale dell’emergenza urgenza», senza contare la riorganizzazione dei servizi programmata «per far fronte all’afflusso crescente fisiologico di accessi in PS nel periodo estivo legato sia al maggior afflusso di turisti sia alle casistiche legate alla stagionalità (traumi, infortuni, incidenti, ondate di calore, patologie croniche, pazienti fragili…)».