Troppe persone in sovrappeso, l’allarme da uno screening a Senigallia – INTERVISTA AUDIO
Glicemia, peso, alimentazione, per chi è malato di diabete, e ne è consapevole, sono termini all’ordine del giorno. Siccome molti ne soffrono e a Senigallia c’è un centro diabetologico che funziona e accoglie circa tremila pazienti l’anno, abbiamo chiesto qualche informazione a quella realtà sociale che si occupa del tema diabete, l’associazione per la tutela del diabetico di Senigallia, il cui presidente è Romeo Fratesi. Come avrete capito è lui l’ospite di oggi di “Venti Minuti da Leone”. L’intervista è disponibile su Radio Duomo Senigallia/In Blu alla frequenza 95.2 FM il 17 giugno alle ore 13:10 e alle 20; il 18 giugno agli stessi orari e il 23 giugno alle 16:50. Ma è disponibile anche qui con il player di questo articolo, oltre che un testo riassuntivo.
Da quanto è presidente e chi l’accompagna in questa avventura?
Sono quasi tre anni che porto avanti questo onere che è anche un onore. Certo pensavo fosse meno rilevante l’impegno, dall’esterno sembra una passeggiata ma così non è tra questioni organizzative e burocratiche. Eravamo in otto nel consiglio direttivo ma in calo per cui ho fatto appello agli altri soci perché divengano operativi contribuendo con del tempo.
Quanti soci avete?
E’ una delle associazioni più grandi d’Italia. Prima del covid eravamo circa 900 soci iscritti, ora siamo circa 500, ma il covid c’entra non tanto quanto malattia che ha portato via alcuni soci, anche quello, ma soprattutto ha spazzato le relazioni che si allacciavano al centro diabetologico di Senigallia con i pazienti diabetici. Il centro segue circa tremila pazienti durante l’anno, provenienti da tutta l’area Misa Nevola ma anche oltre, dai comuni vicini o da altre realtà marchigiane.
Quali attività portate avanti?
Non seguiamo la parte medica perché è in capo esclusivamente del centro diabetologico di Senigallia, ma siamo di supporto ai diabetici con informazioni, orientamento, promozione di campagne di screening e sensibilizzazione sulla tutela della propria salute. E poi abbiamo dato vita a un periodico di informazione che viene recapitato ai soci.
Com’è andata l’ultima campagna di screening?
Circa 400 persone si sono sottoposte in un centro commerciale alla misurazione di alcuni dati come la glicemia, il peso, la massa corporea, ovviamente in collaborazione con il centro di diabetologia locale. I risultati li abbiamo pubblicati nel nostro notiziario per i soci.
E cosa è emerso?
Dal punto di vista glicemico, ci sono alcune persone che hanno dei valori non a norma, ma niente di preoccupante. Ma ci sono invece tante persone in sovrappeso, circa il 50% di quanti si sono sottoposti allo screening, e di questi, almeno il 10% è obeso. In generale c’è una scarsa attenzione all’alimentazione al movimento.
Cioè si mangia male e si fa poco esercizio fisico?
Esattamente. E al centro diabetologico ci sono quindi anche dei dietologi che danno indicazioni alle persone in sovrappeso.
Che progetti futuri?
In programma ci sono sempre gli screening sul territorio per monitorare le persone e informarle su come comportarsi con il cibo o altri fattori. Poi vorremmo fare delle uscite in piccoli gruppi per giornate informative che terminano con pranzi specifici per persone diabetiche ma anche interloquire con i medici.
Uno dei progetti che siete riusciti ad avviare e portare a conclusione è l’acquisto di un retinografo. Cos’è, a chi si rivolge e perché è importante?
Ne vado particolarmente orgoglioso. Spesso il retinografo del centro diabetologico si rompe o necessita manutenzione. Eppure è un macchinario importante per controllare il fondo dell’occhio e quindi la retinopatia. Ne abbiamo acquistato uno di grado elevato con potenzialità enormi che acquisisce le immagini in tempi brevi e senza dilatazione della pupilla. Ha un’elevata definizione ma soprattutto riesce a connettersi alla banca dati per paragonare le situazioni e trovare subito un percorso.
Quindi un vantaggio per i soci e per i malati di diabete…
Certamente, ma ne beneficia la collettività perché chiunque debba fare quell’esame potrà sottoporsi allo screening con un macchinario nuovo e funzionante. E’ una delle cose che si possono dare con le quote di iscrizioni dei soci, con le donazioni liberali e con il 5×1000. Tutto fa brodo, ma poi a conti fatti insieme si riesce a fare tanto.
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