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Dalla parte delle donne, oltre 40 casi di violenza in un solo anno nelle valli Misa e Nevola

Lo sportello dell'associazione "Dalla parte delle donne"
Lo sportello dell'associazione "Dalla parte delle donne"
Lo sportello dell’associazione “Dalla parte delle donne”

Oltre 40 donne, vittime di violenza, sono state seguite dall’associazione “Dalla parte delle donne” nel solo 2023. Un numero in lieve crescita rispetto al 2022, che ci racconta come la violenza di genere sia un fenomeno di cui il territorio senigalliese e vallivo non può dirsi esente. Per fare una panoramica delle situazioni e dei percorsi attivati abbiamo intervistato una volontaria, Paola Curzi. L’audio è disponibile cliccando il tasto play del lettore multimediale ma l’intervista è anche in onda oggi, mercoledì 15 maggio, e domani, giovedì 16, su Radio Duomo Senigallia In Blu (95.2 FM) alle 13:10 e alle 20, con replica anche domenica 19 a partire dalle 17 circa. Chi vuole, può proseguire invece con la lettura dell’articolo.

Cos’è “Dalla parte delle donne,” quando nasce e perché?
Nasce 22 anni fa grazie alla forza e disponibilità di un piccolo gruppo di donne che operavano già nell’ambito psicologico e legale. La presidente è ancora l’avvocata Sabina Sartini. Nasce come sportello di ascolto per le donne vittime di violenza. Nel tempo l’associazione si è allargata e ogni volta che c’è un femminicidio c’è una reazione, come nel caso di Giulia Cecchettin. Alcune di noi si sono iscritte dopo quel caso.

Dove siete operative e quando?
Tutti i giorni è aperto lo sportello di piazza Garibaldi, ma tra poco ci sposteremo, anche se ancora non si sa dove andremo. Dev’essere un luogo protetto, in cui potersi recare sentendosi accolta senza pregiudizi; non è semplice trovare un luogo adatto, anche per garantire l’anonimato della donna che si rivolge allo sportello. Ci sono attività gratuite di tipo legale e psicologico, con delle professioniste che indirizzano verso un percorso di accompagnamento della donna che intende denunciare una certa situazione. Siamo in rete con le forze dell’ordine, il pronto soccorso, i servizi sociali.

Che problematiche riscontrate?
Una prima difficoltà è legata all’assenza di un protocollo d’intesa tra i vari soggetti coinvolti, per sapere bene cosa fare, quando, qual è il proprio ruolo. Qui manca, mentre in realtà anche vicine, penso al pesarese, è stato adottato. Si è lasciato alla sola disponibilità dei volontari ma c’è necessità di strutturare questo percorso. E poi c’è la questione che è la donna che deve affrontare tutta una serie di passaggi, spesso sola e senza un bacino di protezione. Se è il pronto soccorso che rileva una situazione di abuso, allora scatta l’allerta alle forze dell’ordine e un percorso di protezione con avviso ai servizi sociali ma sono percorsi spesso lunghi e molto delicati.

Quanti casi nel nostro territorio?
Nel solo 2023 circa 45 casi. E non solo donne extracomunitarie o fragili, ma anche tante italiane. La sorpresa è stata negativa per tutte noi operatrici: il nostro territorio non è così sano o protetto come pensavamo.

Quali sono le forma di violenza?
Violenza fisica, sessuale, psicologica, economica, ce ne sono diverse ma tutte hanno origine da un comportamento abusante da parte dell’uomo, dal mancato rispetto alla prevaricazione fino al caso più estremo che è il femminicidio. L’idea di intraprendere percorsi di denuncia, segnalazione, o allontanamento dell’uomo maltrattante non è semplice da prendere in considerazione. Molto spesso ci sono anche forme di disoccupazione o la presenza di figli minori che rendono tutto più complicato.

Quali le chiavi per risolvere alcuni dei problemi?
Innanzitutto operare nell’educazione e formazione delle persone, sia delle donne che possono percorrere alcune strade, sia dei giovani e delle giovani delle scuole per imparare fin da subito il rispetto delle donne e una maggior consapevolezza sulla parità di genere. Ci sono situazioni, soprattutto nella fascia delle scuole medie, dove i ragazzi hanno pochi filtri e molti strumenti tecnologici a disposizione.

Il collegio Pio IX, sede attuale dell'associazione "Dalla parte delle donne"
Il collegio Pio IX, sede attuale della polizia locale e di alcune associazioni come “Dalla parte delle donne”

Molto pesa sopra le spalle delle associazioni di volontariato.
Negli ultimi anni il terzo settore sta occupando dei vuoti istituzionali e culturali. Noi siamo circa 50 operatrici e volontarie, siamo tante. Facciamo anche corsi di formazione finalizzati all’inserimento lavorativo come il corso di cucito all’istituto Padovano. Ma è bastato tutto sulla disponibilità e sensibilità delle singole persone.

Come contattarvi?
Lo sportello di piazza Garibaldi è aperto tutti i giorni: il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 10 alle 12 e il martedì e giovedì dalle 16:30 alle 18:30. C’è anche un numero di telefono, il 370.3032.847 che le donne possono sempre chiamare anche solo per avere informazioni, poi il percorso si ritaglia a seconda del tipo di donna e di difficoltà che le psicologhe e le operatrici professioniste riscontrano. Uno sportello a cui rivolgersi in qualsiasi situazione, per sentirsi accolte e ascoltate.

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