Il coraggio di partecipare alla vita delle città: la scommessa della democrazia
E se le scelte cittadine fossero fatte insieme agli abitanti? E se la destinazione delle risorse pubbliche coinvolgesse anche i cittadini? Si può fare e ce lo dimostrano le città che da tempo praticano la progettazione partecipata, uno dei modi presi a modello nel percorso verso la cinquantesima Settimana sociale dei cattolici in Italia, che si svolgerà dal 6 al 9 luglio a Trieste dal titolo “Al cuore della democrazia”. Il Convegno regionale, che si è svolto sabato scorso, presso la Sala Consiliare del Comune di Grottammare, ed organizzato dalla Conferenza episcopale marchigiana, in collaborazione con il Consiglio Regionale delle Marche e la Città di Grottammare, era finalizzato alla preparazione di questo grande evento.
Alcuni interventi erano centrati su alcune pratiche partecipative in corso tra cui quella del Comune di Grottammare che da anni ha un ufficio dedicato alla formazione di atti partecipati (bilancio, prg). Con quali risultati? Tempi più brevi: la partecipazione ben gestita migliora i tempi e la qualità delle decisioni amministrative; la gente ha privilegiato le opere più inclusive grazie alla voce espressa da chi vive con maggiori difficoltà; le scelte effettuate spesso hanno portato a maggiori risparmi; l’assunzione della responsabilità delle scelte ha reso i cittadini più attivi nella custodia e nella manutenzione delle opere. La partecipazione poi ha fatto scoprire ai cittadini che il primo bisogno è quello di relazioni sociali, ancor prima di vedere sistemata la buca sulla strada davanti al cancello di casa. La partecipazione, ben intesa e ben organizzata, permette di unire pluralismo, coesione sociale e decisioni in tempi congrui.
L’esperienza di Grottammare di partecipazione ha una storia lunga trent’anni, che ha visto la città marchigiana passare dall’essere considerata un esperimento guardato con sospetto all’essere giudicata come precorritrice di una politica poi istituzionalizzata e normata anche in altre città italiane ed europee tanto da essere riconosciuta anche dall’Unione Europea.
Anche l’esperienza ricordata dalla segretaria provinciale di Ascoli Piceno della CISL sull’iniziativa “Aggiungi un posto al tavolo” è stata molto significativa. “Far firmare una legge di iniziativa popolare non è stato semplice. Si aveva il timore che si rivelasse un flop; invece siamo rimasti sorpresi dall’interesse dei lavoratori” afferma la Dott.ssa Ferretti. “La Cisl ha preso coraggio di rompere determinati schemi e con un passato che vedeva lavoratori e datori di lavoro contrapposti. La Cisl ha quindi avuto l’idea e il coraggio di proporre qualcosa di innovativo, perché la partecipazione nelle aziende è indubbiamente un obiettivo che sta a cuore a tutti: una partecipazione che sia, al tempo stesso, gestionale, finanziaria, organizzativa e consultiva”, la legge di iniziativa popolare dà piena attuazione all’art. 46 della Costituzione ha raccolto 375.000 firme ed ora è approdata in parlamento attende di essere discussa.
Anche la Pastorale sociale di Senigallia ha raccontato la sua pratica partecipativa in corso denominata: “Il parco che vogliamo (2021-2024)” Un esperimento di progettazione partecipata che ha riportato l’attenzione su un polmone verde del quartiere della Cesanella, lasciato pressoché abbandonato, ma dalle mille potenzialità, di cui parleremo più diffusamente nel prossimo servizio.
Infine, durante lo stesso convegno, è stata ricordata la legge regionale sui processi partecipativi, la n. 31 del 2020, per favorire la discussione e la riflessione a vantaggio delle decisioni istituzionali, rafforzando la coesione sociale e favorendo soluzioni innovative: una grande scuola di democrazia, sempre più necessaria nei tempi che viviamo. Tale legge non è stata ancora finanziata e durante l’intervento in videocollegamento l’avv. Dino Latini, presidente dell’Assemblea legislativa delle Marche, ha mostrato il suo interessamento sia a migliorare la legge stessa, emanata nella scorsa legislatura, che a finanziarla.
Giovanni Spinozzi
Segui La Voce Misena sui canali social Facebook, Instagram, X e Telegram.
Scarica l’app da Google Play o da App Store.