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Sanità, il comitato di Senigallia: «l’arrivo dei medici è una mezza verità»

La recente notizia dell’arrivo di collaboratori e medici per l’ospedale di Senigallia giunta dall’Azienda Sanitaria Territoriale (Ast) di Ancona ha suscitato reazioni abbastanza fredde in città, non certo entusiastiche. Il perché è presto detto: non tutti i professionisti – alcuni sono specializzandi – rimarranno con incarichi definitivi, mentre altri sono in coabitazione con altri presidi sanitari.

Nasce da qui la nuova lamentela del comitato cittadino a difesa dell’ospedale di Senigallia che critica l’annuncio voluto dall’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini per mettere a tacere alcune critiche sul suo operato. Secondo gli attivisti della sanità senigalliese, quest’opera di assunzioni “à la carte” (propr. «alla carta») non risponde alle reali esigenze del nosocomio Principe di Piemonte, né della comunità che chiede da anni rinforzi permanenti. «Le assunzioni propagandate per l’Ospedale di Senigallia sono una mezza verità – sostengono -: non sono stati assunti sei medici ma quattro camici bianchi a scadenza, con un “incarico di collaborazione”, un medico a tempo pieno e uno part-time».

Sempre il comitato per l’ospedale spiega che al pronto soccorso arriveranno tre medici con incarico co.co.pro., massimo 30 ore a settimana, assunti per occuparsi dei codici verdi e bianchi: questi sono i casi meno prioritari, che occupano il personale sanitario e che costringono a lunghe attese e relative proteste, fino a vere e proprie aggressioni agli oepratori in servizio; non si tratta quindi di personale per l’emergenza. E’ andata meglio in neurologia, con un medico assunto mentre in pediatria arriverà un professionista ma part time, condiviso al 50% con l’ospedale Profili di Fabriano. Il sesto medico è ancora uno specializzando co.co.pro..

«Propagandare come definitiva una soluzione parziale e poco dignitosa è una pezza peggiore del buco» continuano dal comitato che si rivolgono all’assessore Saltamartini chiedendo: «quanto pensa che resisteranno i camici bianchi dopo 30 anni di studi e di sacrifici fatti nella speranza di un lavoro dignitoso e  in un ruolo apicale se invece vengono reclutati all’occorrenza? Fra sei mesi l’ospedale sarà di nuovo in affanno e senza medici».

Dopo il consueto attacco alla precedente giunta regionale di centrosinistra che avrebbe «tolto dieci primari al nostro ospedale» e alla nuova giunta di centrodestra per non aver trovato in tre anni risorse per Senigallia, il comitato torna a chiedere una casa di Comunità e un ospedale di comunità «necessarie per una sanità del territorio che riduca gli accessi al pronto soccorso e le patologie post acuzie. E intanto tutto tace sul fronte della nuova palazzina del pronto soccorso «finanziata con 16 milioni del PNRR da spendere entro il 30 giugno 2026» di cui «non si vede in giro nemmeno un mattone».

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