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Procura, Corte dei conti, Regione e Comune: occhi puntati sulla fondazione Città di Senigallia

La fondazione Città di Senigallia
La fondazione Città di Senigallia

La situazione della fondazione Città di Senigallia finisce sul tavolo di Regione Marche e Comune, della Corte dei Conti e della Procura della Repubblica. La relazione del commissario straordinario Corrado Canafoglia, all’indomani della sentenza della Cassazione sulla vertenza Autostrade, è stata inviata ai suddetti enti dal presidente del consiglio comunale Massimo Bello, che ha annunciato di aver informato anche i consiglieri comunali, per questione di trasparenza. Oggetto delle comunicazioni è la situazione dell’ente socio assistenziale di Senigallia dopo il rigetto del ricorso promosso dalla fondazione Città di Senigallia che dovrà ora restituire qualcosa come 14,5 milioni di euro ad Autostrade per l’Italia per l’esproprio di terreni ai fini della realizzazione della terza corsia autostradale. 

«Da una prima lettura dell’ordinanza della Cassazione e della relazione del commissario straordinario della fondazione – dice Bello – i dati sono preoccupanti. Occorre, quindi, una particolare attenzione e una riflessione ampia su ciò che è stato il periodo pre-commissariale della gestione della fondazione, ma soprattutto capire dai fatti e dagli atti a nostra disposizione l’evolversi delle vicende, che interessano questo ente, punto di riferimento importante della nostra comunità». 
La questione verrà approfondita in sede di conferenza di capigruppo, a Senigallia, con l’audizione di Canafoglia mercoledì 10 maggio, alle ore 15,30.

Anche il Partito Democratico di Senigallia è intervenuto: «Alla luce della sentenza della corte di cassazione sul ricorso di Asur e fondazione Città di Senigallia contro società Autostrade è evidente quanto sia urgente passare dalla gestione commissariale dell’ente alla gestione attraverso un consiglio di amministrazione nominato dal consiglio comunale, come d’altronde previsto dal suo statuto. Non è più possibile, di fronte alla stringente necessità di affrontare le conseguenze della sentenza, continuare ad affidare la gestione a un commissario, ad un uomo solo al comando nominato dalla Regione Marche. E’ indispensabile la gestione da parte di un consiglio di amministrazione che sia formato da figure di alto profilo, esperte e preparate nella gestione di quel tipo di struttura sia dal punto di vista finanziario che sanitario».

Chi critica l’atteggiamento poco cauto dei precedenti CDA è l’amministrazione comunale di Senigallia che ripercorre la storia del contenzioso tra la fondazione Città di Senigallia e la società Autostrade per l’Italia spa. Mentre in primo grado il tribunale aveva ritenuto fondate le pretese della fondazione condannando Autostrade per l’Italia a versare la somma di € 18.988.893,84  oltre I.V.A. e spese legali, in secondo grado la sentenza è stata ribaltata o quasi: la Corte di Appello di Ancona ha ritenuto nel 2017 che il valore delle aree espropriate fosse notevolmente più basso, imponendo la restituzione di parte dell’indennizzo. Giudizio poi confermato dalla suprema corte a cui aveva fatto ricorso la stessa fondazione senigalliese. Il problema è che in cassa oggi ci sono rimasti solo € 8.515.189,59. Servono almeno altri 6 milioni. Mica bruscolini. «Il provvedimento del Tribunale in primo grado, come previsto dal Codice di Procedura Civile, era provvisoriamente esecutivo – interviene l’amministrazione Olivetti. Ovvio che proprio l’avverbio “provvisoriamente” avrebbe dovuto mettere in guardia gli amministratori della Fondazione e farli essere particolarmente cauti nel gestire una così cospicua somma. La vecchia amministrazione della fondazione Città di Senigallia – continuano Olivetti e la compagine di governo cittadino – presieduta dal dott. Michelangelo Guzzonato, fino all’avvento della nostra smministrazione, invece che conservare i soldi riconosciuti con il provvedimento di primo grado, ha speso  gran parte del denaro incassato per la ristrutturazione delle due palazzine (inaugurate con grande enfasi sulla stampa locale, nel novembre 2016), per l’acquisto del Musinf, ed infine per ripianare le perdite di esercizio che in quegli  anni la Fondazione registrava. E’ evidente che, questa condotta non proprio cauta, espone la Fondazione al serio rischio di non poter garantire la continuità gestionale dell’Ente».

Al di là delle polemiche per la volontà delle opposizioni consiliari di continuare con gestioni ordinarie rifiutando ogni ipotesi di commissariamento, tanto da ricorrere al presidente della Repubblica, rimane il fatto che l’ente rischia grosso e servirà ben più dell’aiuto della sola politica per evitare il tracollo e chiudere baracca e burattini. Chiosano infine dalla maggioranza senigalliese: «Siamo consci delle enormi difficoltà che incontreremo durante questo percorso per la salvezza della fondazione. Ma pretendiamo che sia fatta ampia luce sui fatti ed individuata la responsabilità di quanto accaduto. Non possiamo rassegnarci alla perdita di un così ingente capitale destinato alle categorie più deboli».

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