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C’era una volta i…l “progetto” vasche di espansione

Le zone di esondazione del fiume Misa a Senigallia, durante l'alluvione del 15 settembre 2022
Le zone di esondazione del fiume Misa a Senigallia, durante l'alluvione del 15 settembre 2022
Le zone di esondazione del fiume Misa a Senigallia, durante l’alluvione del 15 settembre 2022

A un mese dall’alluvione, si torna a parlare incessantemente di vasche di espansione. Si tratta di terreni in cui il fiume può fuoriuscire in maniera controllata, creando degli invasi naturali che rilasciano poi l’acqua pian piano, una volta passata la piena. L’obiettivo è semplice: diminuire la pressione dei fiumi a ridosso dei centri abitati, dove solitamente gli argini sono più stretti, ma il funzionamento è oggetto di numerosi studi e non mancano le osservazioni critiche. Quelle stesse aree che nessuno voleva perché pericolose, oggi tornano al centro della strategia di salvataggio delle città, in primis Senigallia.

Tra Bettolelle e Brugnetto i lavori di realizzazione della prima vasca di espansione, l’unica progettata e appaltata, non sono mai partiti per colpa non solo di una ingombrante burocrazia ma soprattutto della sindrome Nimby (tradotto letteralmente, non nel mio giardino: nessuno la vuole vicino alle proprie case o terreni). L’alluvione del 15 settembre 2022 ha reso evidente come una sola vasca non sarebbe risultata utile a nulla: ecco allora che altri Comuni delle vallate Misa e Nevola si rendono disponibili a ospitarne altre. In particolare Ostra Vetere e Corinaldo.

Il primo cittadino montenovese Rodolfo Pancotti ha parlato di una previsione già avanzata nel 2014 e poi…

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