9 maggio, una data per tre legata da un filo rosso
Ci sono date che pesano più di altre. Nel calendario della nostra storia recente, il 9 maggio è decisamente sovraffollato. Si festeggia il sogno europeo, pensando all’anniversario della storica dichiarazione in cui l’allora ministro degli Esteri francese Robert Schuman espose l’idea di una nuova forma di collaborazione politica in Europa, che avrebbe reso impensabile la guerra tra le nazioni europee. Poi, sempre in questa data, quarantacinque anni fa la mafia uccideva Peppino Impastato, l’attivista siciliano, appena trentenne, saltato in aria a Cinisi, il paese in provincia di Palermo nel quale aveva fondato Radio Aut, emittente libera e autofinanziata in cui sbeffeggiava e denunciava crimini e attività di Cosa Nostra. Mentre a Roma, in una terribile concomitanza, veniva rinvenuto il corpo di Aldo Moro, rapito e poi giustiziato dalle Brigate Rosse. Un filo rosso, che più rosso non si può, lega i tre ‘9 maggio’: quello insanguinato dalla Seconda guerra mondiale, dalla bestialità mafiosa e dalla follia omicida del bluff rivoluzionario brigatista. E tre meravigliose vite uccise proprio perché oltre. Oltre la mediocrità della realpolitik, del malaffare, degli interessi di bottega piegati al potere.
Laura Mandolini
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