Il Papa ha incontrato il Seminario marchigiano
“Quelli che hanno la faccia della beata Imelda e dentro sono un disastro: questa è falsità interiore”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, ricevendo in udienza la comunità del Pontificio Seminario Regionale Marchigiano “Pio XI”. “Coltivate relazioni pulite, gioiose, liberanti, umane, piene, capaci di amicizia, di sentimento, di fare comunità”, l’invito di Francesco: “la preghiera non sia ritualismo, ma occasione di incontro personale con Dio”. “Se tu ti arrabbi con Dio, fallo – il consiglio a braccio – perché arrabbiarsi col papà è un modo di comunicare amore: lui capisce quel dialogo”. “Vigilate perché non accada che la liturgia e la preghiera comunitaria diventino celebrazione di noi stessi”, la raccomandazione del Papa: “Una volta – ha raccontato a braccio – sono andato a comprare le camicie, quando ancora potevo uscire, adesso no. E c’era un giovane seminarista o sacerdote che andava cercando dei vestimenti e si guardava allo specchio. E mi è venuta questa frase: ‘Questo sta celebrando se stesso. Lo stesso farà davanti all’altare’”.
“Per favore, ogni celebrazione liturgica non sia celebrazione di noi stessi”, il monito: “Arricchite la preghiera di volti, sentitevi già da ora intercessori per il mondo”. “Lo studio vi aiuti a entrare con consapevolezza e competenza nella complessità della cultura e del pensiero contemporaneo, a non averne paura, a non esserne ostili”, l’altra dimensione della formazione raccomandata da Francesco: “Non avere paura. ‘Ma, padre, stiamo vivendo un pensiero ateistico’… Devi capirlo e devi dialogare, e devi proclamare la tua fede in Gesù Cristo a questo mondo, a questo pensiero. È lì che va incarnata la sapienza del Vangelo. E la sfida della missione che vi attende richiede, oggi più che mai, competenza e preparazione. Oggi più che mai ci vuole studio, competenza, preparazione, per parlare con questo mondo”.
A.S.